In un Paese dove la pubblica amministrazione fatica a ringiovanire, arriva dalla Sicilia una storia che profuma di futuro. La racconta Andrea Cassisi su Avvenire. Lui si chiama Emanuele Ridulfo, 29 anni, un giovane docente che vive a Monreale e che lavora al comprensivo Armaforte di Altofonte. Ridulfo è uno dei venti vincitori del concorso per dirigenti scolastici in Sicilia. E con i suoi 29 anni, è il preside più giovane d’Italia. Dal prossimo 1 settembre firmerà il contratto da dirigente scolastico, avviando ufficialmente il percorso da leader del mondo della scuola.
Nulla accade per caso. Emanuele non è figlio della nostalgia, ma di una visione concreta che lo ha portato a scegliere di restare e investire le proprie energie nella terra che l’ha formato. Ha studiato in Sicilia, ha scelto di restare e oggi la Sicilia lo premia affidando loro un ruolo chiave per l’educazione del futuro. La sua nomina arriva al termine di una selezione rigorosa: erano 26 i posti messi a bando in Sicilia, ma solo 20 candidati sono riusciti a superare l’intero iter concorsuale. Un numero che racconta di una selezione dura, ma anche di un livello di preparazione alto per chi ce l’ha fatta. “Sapevo di essere il più giovane in Sicilia – racconta Ridulfo ad Avvenire – ma apprendere di essere anche il più giovane d’Italia mi sorprende e mi riempie d’orgoglio. Questo ruolo richiede visione, ascolto, organizzazione e passione. Tutto ciò, però, non ha età”.
Per lui, che oggi lavora come docente e collaboratore del dirigente nell’Istituto comprensivo di Altofonte Giuseppe Russo, “la scuola deve motivare e prendersi cura dei giovani, offrendo loro la possibilità di immaginare e costruire un futuro qui, nella nostra terra”. Ridulfo, docente di strumento musicale e violoncellista, crede fortemente nell’impatto educativo della musica: “È un canale unico per stimolare introspezione e autoconsapevolezza negli studenti”. Difende con convinzione i progetti extracurricolari: “Non sono un ostacolo alla didattica, ma un’opportunità per arricchirla”. Ridulfo è convinto che in Sicilia si possa costruire il proprio futuro. “I giovani nella pubblica amministrazione devono avere un ruolo centrale, non per sostituire chi ha esperienza, ma per dialogare con loro, condividendo competenze e costruendo il cambiamento”, dice. In attesa di conoscere la propria destinazione, prevista per metà estate, il giovane preside si dice pronto: “Le sfide sono tante, i muri sono alti – conclude – ma se vogliamo una scuola al passo coi tempi, dobbiamo entrarci dentro, con testa, cuore e visione”.




