Nel 43esimo anniversario dell’omicidio di Pio La Torre e del suo collaboratore e autista Rosario Di Salvo, una delegazione del Pd Sicilia guidata dal segretario regionale del Pd Sicilia, Anthony Barbagallo, ha deposto una corona di fiori in via Li Muli, ai piedi della lapide che ricorda il martirio. Presenti stamane, tra gli altri, oltre al vicesindaco Fabrizio Ferrandelli; il prefetto Massimo Mariani; il questore Vito Calvino; i vertici provinciali di carabinieri e guardia di finanza; il presidente della commissione regionale antimafia, Antonello Cracolici; il commissario per il congresso Nico Stumpo; l’ex presidente del Senato Piero Grasso e l’eurodeputato ed ex sindaco di Palermo, Leoluca Orlando. Assente una rappresentanza della Regione, ha invece inviato un messaggio il presidente Renato Schifani.
Pio La Torre è stato un politico e sindacalista italiano, figura simbolo della lotta alla mafia. Nato a Palermo nel 1927 è noto soprattutto per aver promosso la legge che introdusse nel codice penale il reato di associazione mafiosa (art. 416 bis) e la confisca dei beni ai mafiosi. Fu assassinato da Cosa Nostra il 30 aprile 1982 a Palermo, insieme al suo autista Rosario Di Salvo, proprio per il suo impegno politico e civile contro la criminalità organizzata.
“Oggi, a quarantatré anni dall’uccisione di Pio La Torre, ricordiamo con profonda commozione un uomo che ha pagato con la vita il coraggio delle sue idee e il rigore del suo impegno civile contro la mafia. La sua intuizione, insieme a quella del generale Carlo Alberto dalla Chiesa, ha trovato piena espressione nella legge Rognoni-La Torre, che introdusse per la prima volta il reato di associazione mafiosa e, soprattutto, la possibilità di colpire i patrimoni illeciti accumulati dalle organizzazioni criminali”. Ha detto il presidente della Regione Siciliana.
“È una norma – prosegue Schifani – che ancora oggi rappresenta uno strumento fondamentale nella lotta alla criminalità organizzata, perché mira al cuore del potere mafioso: la ricchezza. Confiscarne i beni significa restituire risorse alla collettività e sottrarre linfa a un sistema di potere che si fonda sull’intimidazione e sulla corruzione. La memoria di Pio La Torre – conclude – non è solo un dovere, ma una responsabilità verso le nuove generazioni, affinché sappiano che il cambiamento è possibile grazie al coraggio, alla coerenza e alla forza delle istituzioni democratiche. Il suo esempio continua a ispirarci nel nostro impegno quotidiano per una Sicilia libera dalla mafia”.
In occasione dell’anniversario dell’uccisione di La Torre e Di Salvo e per la conclusione del progetto nelle scuole del Centro Studi la Torre, il sindaco Roberto Lagalla è intervenuto all’Istituto Vittorio Emanuele III. “Partecipare all’Istituto tecnico industriale Vittorio Emanuele III, nel giorno del quarantatreesimo anniversario dell’uccisione dell’onorevole Pio La Torre e di Rosario Di Salvo, alla giornata conclusiva del “Progetto educativo Antimafia”, promosso dal Centro studi Pio La Torre, e che ogni anno coinvolge sempre più scuole italiane, è stato per me un onore e un momento emozionante”, ha detto il primo cittadino.
“È stata l’occasione per ricordare e ribadire l’impegno e il sacrificio per la legalità di Pio La Torre perché la sua lungimiranza, il suo intuito e la conoscenza del fenomeno mafioso si sono tradotti in leggi che ancora oggi rappresentano capisaldi della lotta alla criminalità organizzata, come il reato di associazione mafiosa e la confisca dei beni i boss. Da parte dell’amministrazione comunale rivolgo il mio apprezzamento e il supporto ai familiari di Pio La Torre, al presidente del Centro studi Emilio Miceli e al presidente emerito Vito Lo Monaco per il percorso portato avanti nelle scuole da 18 anni. Un percorso oggi più che mai importante in questo momento difficile e spesso di disagio per i giovani perché la scuola è la vera frontiera dove riusciamo a parlare a loro e dove dobbiamo essere, soprattutto, in grado di ascoltarli”.