Palermo

Strage di Capaci, al vie le iniziative: “Grazie a loro si respira un’aria nuova”

Hanno preso il via le celebrazioni del 31esimo anniversario delle stragi mafiose d’Italia. Decine gli striscioni antimafia e centinaia gli studenti di tutto il Paese presenti all’interno dell’aula Bunker dell’Ucciardone, dove è già in corso una lectio magistralis di Pietro Grasso e Giuseppe Aiala. Pronto all’esterno il palco che ospiterà 80 baby sindaci con la fascia tricolore provenienti da tutto il territorio nazionale, il coro del liceo Meli, delegazioni della polizia, dei carabinieri, della guardia di finanza, della polizia penitenziaria, dei vigili del fuoco. La manifestazione è organizzata dalla Fondazione Falcone.

“Io penso che la mafia in questo momento non gode di buona salute, è in corsia per degli accertamenti. Verrà il giorno in cui Cosa nostra sarà sconfitta, mi piacerebbe tanto esserci ma non so se ce la farò: incrociamo le dita”. Così l’ex pm Giuseppe Ayala parlando nell’aula bunker ai ragazzi che stanno partecipando alla lectio magistralis.

IL SINDACO ROBERTO LAGALLA:

“Il valore incrollabile della memoria ci richiama, oggi, nel trentunesimo anniversario della strage di Capaci, alla responsabilità che lo Stato è chiamato ad assumere nei confronti delle giovani generazioni, che dalle istituzioni si attendono condotte capaci di farsi testimonianza di un collegiale impegno a tutela dei diritti e delle libertà individuali, della dignità della persona, del rifiuto al ricatto mafioso – ha detto il primo cittadino palermitano. Con questa convinzione, la Città Metropolitana di Palermo, con il supporto della Regione Siciliana, ha aderito al progetto della Fondazione Falcone per la realizzazione del ‘Museo del presente e della memoria della lotta alle mafie’, dedicato a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino”, presso la sede metropolitana di Palazzo Jung.

“Uno spazio immaginato insieme alla professoressa Maria Falcone che non sarà di sola memoria, quanto piuttosto un luogo di riflessione, di condivisione, per un nuovo patto generazionale, a sostegno della legalità. Con questa iniziativa, intimamente saldata all’impegno dell’ente locale nell’assicurare trasparenza amministrativa e gestionale, intendiamo contribuire ad un nuovo ed ulteriore avanzamento della cultura dell’antimafia in questa città. Come sindaco, per l’amministrazione che rappresento, sento di avere un dovere preciso verso i cittadini e i giovani: il buon governo, nonostante le molteplici difficoltà che ogni giorno occorre affrontare e superare. Una Città ben governata è una Città dove i diritti civili e sociali vengono garantiti senza alcuna intermediazione abusiva ed è questo il miglior antidoto contro la subcultura mafiosa”.

PIERGIORGIO MOROSINI: “SONO ARRIVATO A PALERMO 29 ANNI FA, NE È VALSA LA PENA”

“Quest’aula è il luogo della giustizia italiana”, ha detto il presidente del tribunale di Palermo, Piergiorgio Morosini, rivolgendosi ai ragazzi. “Sono arrivato qui nel 1994, perché in quel momento tanti magistrati, funzionari ed esponenti delle forze dell’ordine hanno deciso di venire a Palermo per dare una mano ai magistrati che avevano già una grande esperienza e che dovevano concentrare le loro forze nella prosecuzione della lotta alla mafia dopo le stragi – ha aggiunto Morosini – Venivamo da tutte le regioni d’Italia per dare un aiuto. Alcuni di noi sono rimasti, la mafia non è affatto sconfitta, ci sono tantissime azioni che incidono sulla qualità della nostra democrazia da parte delle organizzazioni criminali. Ma dopo 29 anni da quella scelta posso affermare che ne è valsa la pena”.

MARCO INTRAVAIA “GRAZIE A LORO SI RESPIRA UN’ARIA NUOVA”

“Oggi è il giorno dedicato al ricordo di Giovanni Falcone, della moglie Francesca Morvillo e degli uomini della scorta Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo. Oggi è il 31esimo anniversario della terribile strage di Capaci in cui questi servitori dello Stato persero la vita; oltre un trentennio che non è trascorso invano, perché grazie al loro sacrificio, e a quello di tanti altri caduti per mano mafiosa, la Sicilia ha cambiato pagina e lo Stato ha messo a segno colpi durissimi contro la criminalità organizzata, ultimo in ordine di tempo l’arresto di Matteo Messina Denaro. Non è ancora il tempo di abbassare la guardia come ci racconta la cronaca ogni giorno, Cosa Nostra non si è rassegnata e tenta sempre di rialzare la testa. Ognuno di noi può contribuire a dare un senso a quelle morti: rispettando le regole e restando nel solco della legalità, esponenti delle istituzioni e società civile, tutti uniti dal desiderio che la nostra terra un giorno sia veramente libera dal giogo mafioso. Oggi pomeriggio, sarò presso l’albero Falcone in mezzo a migliaia di palermitani, tantissimi non ancora nati all’epoca delle stragi, che con la loro presenza testimoniano il significato della frase diventata poi famosa, scritta su un lenzuolo il giorno dei funerali: “Non li avete uccisi, perché le loro idee continueranno a camminare sulle nostre gambe”. E quelle idee si muovono di generazione in generazione e crescono nei più giovani, facendo respirare un’aria nuova alla città di Palermo e a tutta la Sicilia”. Così Marco Intravaia, deputato regionale di FdI e componente della Commissione Regionale Antimafia.

ANTONELLO CRACOLICI: “RICORDARE È L’UNICA ARMA PER MOBILITARE LE COSCIENZE”

“La mafia ha scelto di inabissarsi, sperando di far dimenticare alla società civile ciò che è stato, ma la nostra terra ha un calendario drammatico, scandito giorno per giorno dai nomi delle vittime di cosa nostra. Per questo la memoria, che è l’unica vera arma per mobilitare la coscienza civile, non può essere confinata a un giorno soltanto. Negli anni la scuola ha fatto un lavoro straordinario, tenendo alta la vigilanza contro la mafia, ma non può essere l’unico luogo dove se ne parla: oggi chi ha 30 anni non c’era allora e non può ricordare la tensione emotiva dei giorni successivi alle stragi. Lavorare sulla memoria è fondamentale, perché quel tempo può tornare”. Le parole del presidente della commissione regionale Antimafia, Antonello Cracolici.

MARIA FALCONE: “OGGI PRIMA PIETRA PER MUSEO DELLA MEMORIA”

“Oggi è la posa della prima pietra del museo che verrà realizzato in questo antico palazzo, nel rione dove mio fratello è nato. Mi commuove guardare oltre la siepe e vedere che lì dietro c’era la palestra dove Giovanni andava a fare ginnastica. Era il mio quartiere a due passi c’era la nostra casa in via Castrofilippo”. Lo ha detto Maria Falcone, sorella del magistrato ucciso dalla mafia 31 anni fa, a margine della cerimonia a Palazzo JungPalermo, dove sorgerà il Museo della legalità dedicato a tutte le vittime della mafia.

“È importante dire al mondo – ha aggiunto – che le stragi del ’93 facevano parte di una strategia di grande profilo per la mafia che cercava di colpire l’Italia in quello che era il suo patrimonio artistico. Quelle stragi rappresentano un’escalation di una mafia che voleva mettere in ginocchio il nostro Paese, ma non ci sono riusciti. E se noi – ha proseguito – dopo 30 anni continuiamo a parlare di uomini come Giovanni, Paolo, Francesca, tutti i ragazzi della scorta, tutti quei morti che furono chiamati “La mattanza siciliana”, li piangiamo con conforto perchè dietro di noi ci sono i giovani che saranno in grado di cambiare questo Paese”. Presenti, tra gli altri, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, il presidente della Regione Renato Schifani, il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno e il sindaco Roberto Lagalla.

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