Palermo

Mafia, agenti aggrediti al corteo funebre del boss non autorizzato: otto denunce

Un corteo funebre con un centinaio di persone e persino l’accompagnamento musicale per l’ultimo addio al boss, per il quale, però, il questore aveva vietato il funerale in forma pubblica. È accaduto a Palermo l’8 febbraio scorso, ma la notizia è stata resa nota solo oggi. Adesso per otto persone è scattata la denuncia: 2 per violazione di provvedimenti dell’autorità, 5 per violenza e lesioni a pubblico ufficiale e uno per minacce aggravate. Sono stati disposti, inoltre, 2 sorveglianze speciali e 6 avvisi orali del questore.

Dopo la morte del boss, avvenuta in cella, la Questura di Palermo aveva notificato ai familiari ai servizi cimiteriali del Comune e al parroco della Parrocchia di Sant’Ambrogio, il divieto di svolgimento del corteo funebre in forma solenne. L’8 febbraio, alle 7.45 circa, quando gli agenti si sono recati nel luogo in cui la salma doveva essere custodita in attesa della tumulazione, si sono accorti che “in orario antecedente a quello stabilito nelle prescrizioni del decreto”, spiega in una nota la Questura di Palermo, con un carrello elevatore, la bara era stata trasportata in strada. A circa 800 metri dall’abitazione 100 persone circa con un accompagnamento musicale seguivano i familiari del boss che a spalla portavano la salma per le vie del quartiere. Gli agenti, intervenuti per far rispettare il divieto, sono stati aggrediti e alcuni di loro, impegnati nelle registrazioni video e fotografiche, sono finiti in ospedale. A partire dal 2021 sono 31 i decreti con cui il questore di Palermo ha vietato le esequie in forma pubblica di persone legate alla criminalità organizzata di stampo mafioso.

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