Cronaca

Spaccio, rifiuti e topi in pieno centro: “A Monreale meglio far finta di niente”

Riceviamo e volentieri pubblichiamo una lettera di un nostro lettore e collega giornalista che denuncia una situazione scomoda a Monreale.

Sono ben 17 anni che risiedo a Monreale, ci risiedo con distacco, con pochi amici, senza avere e sentire il bisogno di socializzare e senza poter, cosa che più mi dispiace, organizzare gratuitamente, per come avrei voluto e per come poche volte ho fatto, manifestazioni Culturali. Ho riqualificato, con mio sacrificio personale e grazie all’impegno di mio padre che Monreale l’aveva sempre portata nel cuore sin dagli anni ’60, grazie ad amici come Pino Giacopelli, Mario Angileri e Nino La Mantia, questi ultimi suoi colleghi alla Regione Siciliana, il minuscolo cortiletto prospiciente la palazzina di mia proprietà, il quale un tempo si chiamava Chiasso Procida e che oggi, per mio volere, si chiama Chiasso Beato Pino Puglisi. Il cortiletto, venne recuperato, lo ricordo a tutti e in particolare al Presidente Nello Musumeci, il quale non ha risposto alle mie segnalazioni, grazie ai fondi inviati dalla Presidenza della Regione Siciliana, allora guidata da Salvatore Cuffaro e grazie ai fondi della Provincia Regionale allora guidata da Francesco Musotto.

Il cortiletto, lo ricordo anche all’attuale Sindaco Arcidiacono che aveva promesso impegno di cambiamento, è posto sotto tutela della Soprintendenza Regionale, al firma dell’allora Soprintendente Loredana Mormino. Pensavo allora, sbagliando, che tanto sarebbe bastato, a tenere lontani gli spacciatori di droga che qui venivano a svolgere il loro malsano compito di morte, i delinquenti che rubavano e smembravano moto a Palermo per poi venire a nascondere i pezzi qui dentro, gli ubriaconi (uomini e donne) della zona i quali si servivano di un rivenditore non autorizzato di alcolici per poi venire a urinare e defecare, anche in pieno giorno, all’interno del cortiletto. Pensavo, sbagliando, che la presenza, allora costante dei Carabinieri, una presenza che oggi e da molto tempo, non si avverte più, sarebbe risultata bastevole a tenere lontani certi personaggi che, piano, piano, si erano e sono tornati oggi, a impossessarsi della zona, evidenziando le loro malsane abitudini attraverso il parcheggio di mezzi in aree e posizioni non certo confacenti alle indicazioni del codice della strada e in particolare con il continuo e indiscriminato abbandono di rifiuti sulla via Antonio Veneziano, a cominciare dall’antica Fontana del Pozzillo e per tutta la lunga e trafficata, oltre che centrale strada e, in particolare, il quel fetido, lurido, sporco anfratto che a Monreale chiamano “Ferro” e dove giornalmente si depositano, in barba all’ordinanza riguardante la “raccolta differenziata”, decine di chili di rifiuti di ogni genere.

Sono tutte cose che ho evidenziato, attraverso le mie denunce presentate alla Stazione Carabinieri e le tante Pec inviate al Sindaco Arcidiacono che risponde, anche se non sempre, in maniera poco esaustiva, sintetica e che di attivare la Polizia Municipale e predisporre i dovuti servizi di controllo, proprio non ne vuole sapere. La barzelletta riguardante le telecamere che poi non è una barzelletta ma bensì una vera bella, si perde nella notte dei tempi e risale, addirittura, al tempo di Salvino Caputo sindaco: anche allora mi venne promessa l’installazione di telecamere, una promessa che proseguì con Gullo-Sindaco e poi con Di Matteo-Sindaco, con Capizzi-Sindaco e oggi, appunto, con Arcidiacono e il fido Assessore Salvatore “Totò” Grippi.

Sono anni, insomma, trascorsi poco serenamente a Monreale, in solitudine. Molti pensano, ignorantemente, perchè ignoranti sono, che io non ami Monreale e invece il mio è solo rammarico, il rammarico di vedere le facce dei turisti indignati per la sporcizia che si accumula per strada, per le orribili morti di tanti animali a cominciare da quelle dei gatti avvelenati e per i tanti ratti di fogna (i topi sono ben altra cosa) che scorrazzano tranquillamente davanti le nostre abitazioni, davanti agli esercizi commerciali e davanti le nostre abitazioni. Avrei voluto che altri cittadini, oltre al sottoscritto che monrealese non è certo, si battessero per riqualificare l’area, i cortili, le strade, prospicienti le loro abitazioni e invece niente, il nulla totale, ognuno si fa i fatti propri e preferisce vivere piegato a una bisca politica, sempre in cerca di voti e di conferme, finalizzate non certo al bene comune, ma alle gestione di effimero, transitorio, misero, potere personale. Sono tutte cose che non portano certo al “cambiamento” e che portano allo “isolamento”, se non addirittura all’accusa di persone che, come il sottoscritto, si sono battute e si battono, per l’affermazione di un diritto, quello di vivere in maniera degna e civile, anche al Sud, anche a Monreale, oltre che a Palermo.

Un perfetto cretino che il Sindaco Arcidiacono ben conosce che un giorno, quando avrà finito di svolgere il suo attuale compito, dovrà rendermene conto nelle Sedi opportune, mi scrisse su Whatsapp, a seguito delle mie reiterate segnalazioni riguardanti i rifiuti abbandonati: “Lei ce l’ha con i suoi concittadini e con la città che la ospita”. Frase che, come ben sa il Sindaco Arcidiacono, non mi ha ferito, proprio perché scritta da un cretino, ma che è la sintesi della mentalità bieca e perversa, inutile e oscena che impera, purtroppo, a Monreale, la stessa che mi ha portato ad affrontare e vincere, contro chi mi accusava ingiustamente e indebitamente, due processi in sede penale e uno in sede civile e che ha visto, anche se i giornali online locali, escluso Monreale Press, non ne diedero notizia, la condanna del comune di Monreale.

È la stessa insulsa mentalità che ha fatto cadere il silenzio su alcune opere di mia proprietà danneggiate e trafugate dalla Galleria Civica Giuseppe Sciortino. È la stessa mentalità ignorante che ha portato alla scomparsa e al relativo silenzio su un dipinto donato da mio padre al Comune, nel 1984, in memoria del nostro caro amico Capitano Emanuele Basile ed è la stessa che porta a ignorare e quindi a convivere, con i ratti di fogna. Al Sindaco Arcidiacono, così come ai suoi predecessori, consiglio di leggere il romanzo dello statutintense John Steinbeck, edito nel 1930, dal titolo “Uomini e topi”, perché questa è la vita che regalano ai loro concittadini e questa è la vita alla quale, anche se continueranno a minacciarmi, inviarmi lettere anonime e proiettili, costi quel che costi, da cittadino che paga le tasse, da operatore culturale e da giornalista, continuerò a combattere e a denunciare. Rosario Madè

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