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Strage di Partinico e attentati a Monreale e San Giuseppe: ricordate le vittime

La strage di Partinico, dove morirono Giuseppe Casarrubea e Vincenzo Lo Iacono, e gli attentati del 22 giugno 1947, con gli assalti, alle Camere del Lavoro di Borgetto, Carini, Cinisi, Monreale, San Giuseppe Jato, ad opera di elementi della banda Giuliano, sono state ricordate dalla Cgil in occasione del 75esimo anniversario. Alla commemorazione che si è tenuta luogo dell’eccidio in corso dei Mille, angolo via Fratelli Di Liberto a Partinico, sono intervenuti Tanino La Corte, responsabile della Camera del Lavoro di Partinico, il segretario della Fp Cgil Palermo Giovanni Cammuca, Dino Paternostro, responsabile Legalità e memoria storica Cgil Palermo, i familiari delle vittime e la dottoressa Maria Baratta in rappresentanza della Commissione straordinaria del Comune.

“A Partinico quella sera – dichiara Dino Paternostro, responsabile Legalità e memoria storica della Cgil Palermo –  vi fu una strage, una terribile strage, dove per caso furono uccisi solamente due attivisti sindacali, Giuseppe Casarrubea e Vincenzo Lo Iacono, e ferite altre persone. È la dimostrazione di come Giuliano e la sua banda, i mafiosi e le destre reazionarie volessero a tutti i costi ricacciare indietro il movimento dei lavoratori, che rivendicava lavoro, diritti e libertà. Abbiamo vinto noi, ha vinto la civiltà e il progresso. Casarrubea e Lo Iacono vengono ricordati come espressione di civiltà, diritti e progresso. E nel loro nome continuiamo la battaglia per migliorare le condizioni di vita e di lavoro delle nostre popolazioni; nel loro nome continuiamo ad impegnarci per costruire spazi di libertà e di democrazia”.

“Sono passati 75 anni e da allora la  Cgil ricorda ogni anno quei tragici avvenimenti, gli attentati alle Camere del Lavoro della zona ad opera della banda Giuliano. L’episodio più sanguinoso – dichiara Tanino La Corte, responsabile della Camera del Lavoro di Partinico –  avvenne proprio a Partinico: i banditi lanciarono bombe a mano e spararono colpi di mitra contro la sede dove erano riuniti i dirigenti sindacali. Casarrubea morì sul colpo. Lo Iacono, ferito con trenta colpi di arma da fuoco, morì dopo sei giorni di agonia in ospedale. E furono feriti Leonardo Addamo, Salvatore Patti e Giuseppe Salvia. Da questi fatti partì una grande mobilitazione per il riscatto sociale della nostra terra, che continuiamo a tramandare alle giovani generazioni”.

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