“L’attività investigativa della guardia di finanza ha svelato l’esistenza di un fenomeno illecito molto diffuso all’interno della struttura pubblica palermitana, un contesto di quasi assoluta anarchia amministrativa, un modus operandi talmente radicato da essere considerato come un comportamento normale”. Questo il commento del generale Antonio Quintavalle Cecere, comandante provinciale della guardia di finanza di Palermo al termine dell’operazione “Timbro libera tutti” che ha portato all’esecuzione di 28 misure cautelari nei confronti di altrettanti dipendenti comunali e delle partecipate Reset e Coime: 8 arresti domiciliari; 14 obblighi di dimora e di presentazione alla polizia giudiziaria e 6 obblighi di sola presentazione alla polizia giudiziaria.
“Alcuni degli indagati hanno costituito delle vere e proprie squadre di lavoratori assenteisti che provvedevano ad effettuare reciprocamente la timbratura dei badge dei propri compagni in modo da non far risultare i periodi di assenza dal lavoro”. Svelare il generale Quintavalle Cecere. C’era chi, dopo aver timbrato il cartellino, andava al bar o al supermercato e chi si dedicava all’attività fisica. E c’erano anche timbrature multiple da parte di un singolo indagato per conto dei colleghi non presenti in servizio. “Purtroppo registriamo ancora una volta – aggiunge il generale Quintavalle – la sistematica violazione dei principi di diligenza, lealtà e buona condotta che i pubblici dipendenti sono tenuti ad osservare”.
Intanto il Comune di Palermo ha fatto sapere che si costituirà parte civile nel procedimento a carico dei dipendenti infedeli. “Esprimo un forte apprezzamento al comando provinciale della Guardia di Finanza per l’operazione Timbro libera tutti. Che mette in luce uno spaccato di una realtà che grava sul corretto funzionamento dei servizi alla città. Per questo l’amministrazione comunale si costituirà parte civile”. Lo ha dichiarato il sindaco Leoluca Orlando.




