Cronaca

La morte del monrealese Salvatore Lupo: il gip respinge l’archiviazione

Il gip del tribunale di Frosinone ha respinto la richiesta di archiviazione della procura Repubblica di Frosinone sul decesso del giovane monrealese Salvatore Lupo, avvenuto nel 2019 nel carcere di Frosinone. Il gip ha anche ordinato nuovi esami anche di natura cardiologica, che dovranno essere effettuati da un consulente diverso, assegnando ulteriori sei mesi alle indagini.

“Eravamo certi che il decesso di Salvatore Lupo, un giovane di soli 31 anni e di robusta corporatura, abituato agli sforzi fisici, non poteva certamente essere archiviato come morte naturale improvvisa e dovuta a cause naturali, ma che si era in presenza di una evidente colpa medica da parte dei sanitari della casa circondariale di Frosinone”. É quanto dichiarato dagli avvocati Salvino Caputo, Valentina Castellucci, Mauro Torti e dalla dottoressa Giada Caputo, che nell’interesse dei familiari, avevano presentato prima una denuncia a carico di ignoti e successivamente opposizione alla richiesta di archiviazione.

Lupo venne rinvenuto morto il 16 dicembre 2019 all’interno della cella del carcere di Frosinone che condivideva con un altro detenuto. La Procura della Repubblica di Frosinone, dopo le prime indagini conferì incarico peritale al medico legale Vincenzo Caruso per accertare le cause del decesso. Dopo l’esame autoptico il consulente del pubblico ministero, ascrisse a cause naturali il decesso e segnatamente per una “insufficienza cardiocircolatoria”. A fronte di quegli esami, venne formulata richiesta di archiviazione. I legali della famiglia di Lupo, presentarono opposizione, producendo cartelle cliniche e documentazione sanitaria attestante le reali condizioni di salute. Venne anche prodotta la consulenza specialistica di parte affidata al medico legale Alessandro Mariani che ha evidenziato le lacune della perizia del pubblico ministero, che aveva ricondotto il decesso a cause naturali senza avere effettuato esami tossicologici.

La difesa di Lupo aveva anche rappresentato che il decesso poteva essere la conseguenza di una serie di medicine assunte dal giovane, su prescrizione dei medici del carcere che avrebbero determinato reazioni tali da causare la morte. Tra l’altro i difensori avevano segnalato la presenza all’interno della cella di alcune pillole che non sono state oggetto di indagine da parte del medico legale della Procura di Frosinone. “Siamo convinti – hanno sottolineato gli avvocati – che le errate prescrizioni mediche da parte dei sanitari della casa circondariale abbiano determinato il decesso del giovane Salvatore Lupo. La stessa ordinanza del giudice per le indagini preliminari che respingendo la richiesta di archiviazione, ha ordinato nuovi esami di natura tossicologica oltre che una perizia di carattere cardiologico, dimostra come avevamo ragione nel ritenere impossibile il decesso per cause naturali”.

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