Cronaca

“Così si arricchivano con i morti”: 27 indagati al cimitero di Monreale

“Falso materiale e ideologico, falsità commesse da pubblici impiegati incaricati di un servizio pubblico, truffa, abuso d’ufficio, corruzione”. Sono 27 gli indagati dai carabinieri di Monreale per numerose irregolarità registrate al cimitero monumentale della cittadina normanna. A coordinare l’inchiesta prima il sostituto procuratore Alfredo Gagliardi e poi Giorgia Spiri che nei giorni scorsi ha firmato l’avviso conclusione indagini. Da oltre 5 anni di indagini condotte dai militari dell’Arma, come scrive Repubblica, emerge un quadro allarmante. Secondo le accuse, al cimitero monrealese era consolidato un sistema perfetto per consentire ai 27 di arricchirsi ai danni dei parenti delle persone defunte. E quindi spuntano le sepolture gentilizie trasformate in “alveari” in cui venivano stipati il maggior numero di defunti, un florido commercio illegale di loculi che arrivavano a costare fino a diecimila euro a bara, con procedure falsificate da medici dell’Asp, custodi del cimitero monumentale di Monreale, funzionari comunali e titolari di imprese funebri per liberare i posti e aggirare i vincoli imposti dal Comune per accedere alle sepolture. Insomma una filiera ben organizzata che gestiva un business da centinaia di migliaia di euro all’anno.

I militari si sono concentrati su due filoni di indagine. Da un lato la gestione dei loculi che venivano “venduti” dai concessionari ad un prezzo che andava dai 3.500 ai 10.000 euro, dall’altro gli abusi edilizi “sotterranei” per ampliare le sepolture gentilizie ottenute in concessione dal Comune nel 2010 da alcuni indagati. Gli investigatori della compagnia di Monreale in prima battuta si erano concentrati sulla compravendita illegale di loculi e sepolture che aveva nel guardiano del cimitero il regista delle operazioni illecite che coinvolgevano un paio di agenzie di onoranze funebri compiacenti.

“Durante i molti sopralluoghi nel cimitero di Monreale gli inquirenti si sono accorti anche degli abusi edilizi che riguardavano le sepolture gentilizie sotterranee – scrive Repubblica – L’accordo fra il Comune di Monreale e i soggetti che ricevevano la concessione delle sepolture prevedeva che le tombe venissero ristrutturate e date solo a parenti entro il sesto grado. Invece i carabinieri si sono trovati di fronte a sepolture che avevano più che raddoppiato la capienza e ospitavano perfetti sconosciuti invece di parenti di una stessa famiglia. Complessivamente sono circa 200 i loculi finiti nel mirino della procura. In alcuni casi all’interno delle sepolture gentilizie il numero dei loculi è raddoppiato, in altri i privati aggiudicatari della concessione hanno “arredato” le tombe sotterranee con mobili, manufatti e suppellettili. Come se si trattasse del salotto di casa, violando palesemente i vincoli imposti dalla sovrintendenza”.

Nell’elenco degli indagati figurano Giuseppe Venturella, 56 anni di Monreale; Ernesto D’Agostino, 61 anni di Palermo; Giovanni Ruggieri, 64 anni di Palermo; Luigi Teodosio, 64 anni di Monreale; Pietro Basile, 52 anni di Monreale; Salvatore Ganci, 51 anni di Monreale; Francesco Paolo Sutera, 60 anni di Altofonte; Salvatore Marchese, 47 anni di Monreale; Salvatore Ciofalo, 64 anni di Santo Stefano di Camastra; Vincenzo Nicolosi, 37 anni di Monreale; Mariano Russo, 78 anni di Monreale; Francesca Lo Piccolo, di 84 anni; Antonio Prestidonato, di 43 anni; Giuseppe Maniscalco, 63 anni di Monreale; Antonino La Mantia, 50 anni di Monreale; Giorgio Rincione, 62 anni di Monreale; Bernardo Marcimino, 62 anni di Monreale; Francesco Sciortino, 66 anni di Palermo; Antonino Di Cristofalo, 57 anni di Monreale; Maurizio Busacca, 62 anni di Palermo; Rosalia La Parola, di 60 anni; Gaetano Lo Monaco, 52 anni di Palermo; Massimo Alongi, 48 anni di Monreale; Francesco Rincione, 56 anni di Monreale; Marco Davì, 46 anni di Monreale; Maria Pia Cappello, 63 anni di Monreale; Salvatore Palazzo, 62 anni Monreale.

L’indagine ha permesso di scoprire anche il cimitero degli orrori a San Martino delle Scale in cui vennero arrestate quattro persone per associazione per delinquere finalizzata alla truffa, falsità in atti pubblici commesse da privati, falsità in certificazioni, violazione di sepolcro, vilipendio delle tombe, vilipendio di cadavere, occultamento di cadavere, distruzione, soppressione e sottrazione di cadavere. Le indagini, coordinate dal procuratore aggiunto Ennio Petrigni e dal sostituto Alfredo Gagliardi, hanno accertato il sistema con cui la famiglia Messina gestiva illegalmente da almeno 5 anni il cimitero benedettino della frazione montana di Monreale. In manette finirono Giovanni Messina, 70 anni, fioraio della piazza di San Martino delle Scale, Salvatore Messina, 38 anni, Salvatore Messina, 24 anni, Antonino Campanella, 33 anni. La moglie di Giovanna Messina, Erminia Morini di 74 anni, ha il divieto di dimora a Monreale. Sette gli indagati, tra i quali l’ex parroco dei benedettini Michele Musumeci.

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