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Le desecretazione d’urgenza: confusione alla corte

Sergio Calderaro torna con un nuovo scritto e scherza con la recente desecretazione dei documenti stilati dal Comitato tecnico scientifico e consegnati al Governo, riguardo l’emergenza Covid-19.

Confusione alla corte. Un estratto del dialogo di alcune settimane prima.

I Consigliere (gran ciambellano o simile): Sire ci chiedono di pubblicare i famosi atti.
Risposta del Principe (annoiato): Chi ce li chiede?
I Consigliere: Sire, è in corso una richiesta ufficiale presso uno dei tribunali ( quelli che ancora esistono ) e le motivazioni le può immaginare.
Principe: State tranquilli nessun tribunale può costringerci ad andare contro la legge, altrimenti che tribunale sarebbe, e poi non dimenticate che sono pur sempre un avvocato e certe cose le so meglio di voi.
I Consigliere: Sire, non si arrabbi, ma il fatto è che continuano ad insistere in tanti.
Principe: Non ha nessuna importanza: vuol dire che li rifiuteremo ad altrettanti oppure li pubblicheremo al momento opportuno oppure non li pubblicheremo affatto: dipende.
I Consigliere: Ma sire c’è l’ ingiunzione di un giurì
Principe: E che sarà mai; esistono per fortuna in questo paese altri giurì. Ricorriamo a quello più in alto, che sarà a noi certamente più favorevole.
Qualche giorno dopo….
I Consigliere: Sire proprio come ha detto Lei: il giurì più in alto ha sospeso l’ ingiunzione del piccolo giurì, però…
Principe: Però?
I Consigliere: Beh… pare che non sospenda per sempre ma per qualche giorno e, a ben leggere la motivazione, sembrerebbe che anche il Gran Giurì vorrebbe che noi pubblicassimo degli atti, prima o poi.
Principe: Ma quante pagine saranno?
I Consigliere: Saranno millanta e più pagine, forse anche di più.
Principe: E’ evidente che non possiamo pubblicarle tutte. Ci vorrebbe troppo tempo. Manca il personale e le fotocopie costano…
I Consigliere: Potremmo pubblicarli a saltare: una pagina sì e una pagina no cominciando con le pagine dispari…
Principe: sono sempre troppe…
II Consigliere: oppure con le pari: salteremmo le pagine tredici e diciassette, che come tutti sanno portano sfiga…
Principe: (dopo profonda riflessione): Sono sempre troppe.
III Consigliere (il più avveduto): Io credo che la cosa migliore sia pubblicarle a saltare: una ogni settanta pagine. Se, per esempio, un documento ne contiene 3572 verrebbe fuori un numero “digeribile” di pagine, diciamo una cinquantina, che pubblicate e diffuse darebbero lavoro ai giornalisti senza oberarli troppo; a loro spetterà il compito di tirare fuori il significato del contenuto se ce n’è uno. Si potrebbe persino scriverne un altro, sempre di una cinquantina di pagine con qualche particolare simil piccante, un errore di date o cose simili. E’ successo altre volte e sono stati tutti contenti. Persino l’ opposizione avrebbe di che discutere anche in avvenire e soprattutto non dovremmo necessariamente mettere in primo piano il Virus.
Principe: quello mai…Non possiamo infrangere la legge: la privacy del virus è sacra: rischieremmo enormi sanzioni se la infrangessimo! Vada per le cinquanta pagine…. Qui il racconto si interrompe ma sarebbe potuto continuare (un velo dignitoso scese sul palco)…

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