Più soldi ad Alitalia che ai Comuni. Orlando: “Così falliremo tutti”

Redazione

Palermo - L'allarme

Più soldi ad Alitalia che ai Comuni. Orlando: “Così falliremo tutti”
Il primo cittadino palermitano si fa portavoce dei sindaci delle città metropolitane

24 Maggio 2020 - 13:35

“Non c’è Governo che possa reggere alla bancarotta dei Comuni e all’interruzione dei servizi ai cittadini, alle famiglie e alle imprese che ne deriverebbero. Se il Governo nazionale proseguirà nella strada intrapresa, si assumerà le conseguenze politiche e sociali delle proprie scelte e sancirà il proprio suicidio, con una “auto-spallata”. A lanciare l’allarme è il sindaco di Palermo Leoluca Orlando.

Da settimane i sindaci, tutti i sindaci di tutte le parti politiche continuano a ripetere che il rischio di bancarotta collettiva è sempre più alto ed imminente, ma – secondo Orlando –  “la risposta è stata una lunga lista di provvedimenti parziali, dilatori ed insufficienti. C’è di fondo il problema di quello che appare un tentativo di delegittimazione istituzionale della figura dei sindaci che si vorrebbe ridotti al ruolo di passacarte di provvedimenti adottati altrove, non concordati, spesso contraddittori. Occorre un urgentissimo cambio di rotta, con provvedimenti immediati del Governo nazionale di cui solo il Presidente del Consiglio può e deve farsi garante e al quale, proprio per questo, abbiamo chiesto un incontro urgente con i Sindaci delle città metropolitane”.

“Chiediamo – aggiunge Orlando – innanzitutto una serie di provvedimenti a costo zero per lo Stato, ma che da subito darebbero possibilità di manovra alle amministrazioni comunali: sia ripristinato il potere di ordinanza, che corrisponde alla possibilità che i sindaci esercitino le proprie prerogative; siano aboliti i vincoli del patto di stabilità che rallentano o bloccano del tutto la spesa delle somme già disponibili; siano modificati i parametri dei fondi di accantonamento e per l’utilizzo degli avanzi di amministrazione”.

“A questi provvedimenti, che, lo ripeto, sono del tutto a costo zero, andranno necessariamente aggiunti quelli per il sostegno economico, soprattutto per compensare le fortissime perdite erariali che tutti i Comuni stanno subendo per il taglio di Tosap, Tari, Imposta di soggiorno e certamente anche per le addizionali Irap e Irpef. Torno infine a chiedere un rifinanziamento pur modesto degli interventi per l’assistenza alimentare e di prima necessità. Le somme stanziate si sono esaurite in poche settimane, segno della violenta crisi sociale in atto, e non c’è più tempo da perdere, in attesa che si superino lungaggini e perplessità sull’effettivo avvio del Reddito di emergenza. La situazione è drammatica ma ancora non irreversibile. Spetta al Governo nazionale e al Presidente del Consiglio fare le scelte necessarie per garantire la tenuta istituzionale e quella democratica del paese, di cui i Comuni sono il terminale nelle comunità locali”.

Proprio alcuni giorni fa, Leoluca Orlando, al termine dell’incontro in teleconferenza con i primi cittadini di Firenze, Milano e Napoli, era intervenuto sugli aiuti ai Comuni che risultano inferiori a quelli dati ad Alitalia.

“La ripresa non può avvenire e non ci sarà se si baserà sulla mortificazione dei sindaci e dei Comuni – aveva detto Orlando. Col dovuto rispetto per il ruolo e per i lavoratori di Alitalia, non è ammissibile che lo Stato stanzi per la compagnia più soldi che per tutti i Comuni messi insieme. È il segno di una disattenzione, se non di una strategia che rischia di portare al collasso generalizzato e al dissesto tutti i Comuni e i loro servizi”.

Quello che i sindaci chiedono al Governo e al Presidente del Consiglio Conte, sono tre urgenti provvedimenti: l’alleggerimento delle norme che obbligano ad esosi accantonamenti nei bilanci, impedendo la possibilità di spesa; la possibilità di maggiore utilizzo dell’avanzo di amministrazione; una urgente Ordinanza di protezione civile che stanzi nuovamente fonti per i buoni alimentari, in attesa che finiscano le interminabili elucubrazioni sul reddito di emergenza o suoi simili.

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