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“Siamo la Sicilia che bruca l’erba e campa d’aria”

Oggi, Domenica di Pasqua, abbiamo incontrato il magnifico direttore dell’ufficio centrale di statistica insurrezionale dell’incantevole città siciliana Costa Calla che si specchia come una tenera palla da baseball, nell’azzurro mare di Punta del Faro a Messina. Riportiamo, passo dopo passo, la nostra intervista.

Egregio Direttore Casimiro Torcicollo, dirigere l’ufficio statistica insurrezionale ed autonomo di un piccolo comune, comporta l’assunzione di una pesante responsabilità circa la realizzazione, con l’ausilio di un Ced, di un atlante informatico sui flussi migratori in questa pandemia. Dottor Torcicollo, visto che il suo Comune non dispone di un Centro Elaborazione Dati, mi replichi come un francobollo sulla metodologia informatica adottata dal suo ufficio di statistica.

Amico di questa domenica pasquale, lei mette il dito sulla piaga di tutti i centri di statistica siciliani; tutto sommato possiamo fare a meno del Ced perché i flussi migratori a Costa Calla sono inesistenti. Nella nostra città si campa d’aria e barzellette, si gioca ancora a tre sette e la pandemia è stata arginata da mamma Cariddi che ci aiuta tutta la santa giornata. A Costa Calla, ci godiamo la primavera e questo sole siciliano alla faccia dei ricchi e dei loro soprusi. Nel mio ufficio anarchico di statistica, mi occupo di demografia, nuove nascite, matrimoni, tradimenti coniugali, corbellerie e mille altre porcherie. A Costa Calla, siamo poveri ma belli come i nostri asinelli e ci arrangiamo da mattina a sera per rivivere sempre la nostra primavera; votiamo per i verdi e ce ne fottiamo di tasse ed imposte perché da noi non esiste un ufficio postale o una banca, siamo la Sicilia che bruca l’erba e campa d’aria. Non mi chieda quanti abitanti siamo, perché, se ricordo bene, sono rimasto da solo in questa terra di ex ciclopi.

Dialogare con Casimiro Torcicollo è stata un’avventura fumettistica con un personaggio della letteratura meridionale, caratterizzata da folletti, gnomi, ciclopi ed insurrezionalisti meridionali. Mi chiederete se esistono ancora questi personaggi in Sicilia ed io vi rispondo sì, perché ho brucato l’erba con Casimiro e mi sono sentito un fachiro pronto a sfidare sulla tavola proibita del vetro e del cristallo, anche l’ultimo pappagallo. Nel porgermi il saluto finale, Casimiro Torcicollo mi ha raccomandato di comunicare a tutti i Siciliani che siamo figli di Polifemo e non temiamo confronti con l’ultimo rampollo scemo, della graduatoria nazionale e transnazionale dei popoli europei.

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