Cronaca

Pennisi: “Il distanziamento sociale non vuol dire isolamento spirituale”

Riceviamo e pubblichiamo il mesaggio di Pasqua di monsignor Michele Pennisi, Arcivescovo di Monreale

Cari fratelli e sorelle

in questa Pasqua inedita,in cui a causa della pandemia del Coronavirusnon abbiamo potuto condividere nelle nostre chiese la liturgia della Settimana Santa, Cristo risorto entra a porte chiuse nelle nostre case, ci dona la sua pace e il suo perdono. In questi giorni di crisi tutti ripetiamo: “Andrà tutto bene”. Ce lo auguriamo di cuore. Ma da credenti dobbiamo aggiungere: Andrà tutto bene perché la nostra speranza è in Cristo Risorto, perché egli ci dà la certezza che Dio ci vuole bene.

Come cristiani siamo chiamati a confrontarci con questa drammatica crisi con il suo pesante bagaglio di sofferenza, di paura, di incertezza sul futuro, di morti non previste, per offrirne una lettura alla luce della risurrezione di Cristo. L’annuncio gioioso di Pasqua che oggi la chiesa proclama davanti al mondo è questo: Gesù è risorto, è vivo, è ancora con noi. Come successore di Coloro che lo videro vivente in mezzo a loro sento forte l’imperativo di trasmettere la gioia che pervase il cuore dei Dodici e di confermare la fede della Chiesa a me affidata, perché alimenti il fuoco della sua carità verso il mondo e vivifichi la sua speranza nel compimento delle promesse di Dio.

L’annuncio che Cristo è risorto ci dà la garanzia che i nostri peccati sono perdonati, le nostre lacrime sono asciugate, la nostra solitudine esistenziale è superata, la nostra paura è vinta. Ci auguriamo che dopo questo inverno meteorologico e psicologico con la vera primavera che ci porta Cristo risorto rinasca in tutti la speranza. Andrà tutto bene se ci affidiamo alla sua misericordia e ci convertiamo a suo amore. La notizia sconvolgente della risurrezione di Cristo, ci deve aiutare a superare questo momentodi crisi perché apre orizzonti sul senso ultimo della nostra vita.

A partire dalla Pasqua di Cristo vogliamo ridire a tutti che la nostra vita non è senza speranza. Essa porta la consapevolezza che Dio è presente nella storia, anche quando la sua presenza non viene percepita. Cristo risorto non ha tolto il male dal mondo, ma lo ha vinto alla radice, opponendo alla prepotenza del male, l’onnipotenza del suo Amore che vince la morte. Non la morte, non la sofferenza, non la paura di un virus invisibile, non la violenza hanno l’ultima parola, ma la vita in pienezza inaugurata da Cristo risorto.

​Gesù Cristo come ha ribaltato il macigno che chiudeva il sepolcro, così può ribaltare ilmacigno dell’incredulità che ci impedisce di riconoscere i segni della presenza di Dio nel nostro tempo e trasformare il nostro cuore di pietra pieno di egoismo e di tristezza, in un cuore di carne capace di amare con lo stesso amore gratuito e misericordioso di Cristo e di accogliere in un abbraccio di pace tutti gli uomini e le donne.

Il Risorto in questa pasqua particolare faccia sentire la Sua presenza in mezzo a noi, particolarmente dove, a causa dei lutti, delle malattie, della solitudine, della precarietà materiale, dell’incertezza sul futuro, loscoraggiamento cerca  di avere il sopravvento. Che questa Pasqua diventi motivo di speranza per realizzare l’unica legge di una vita capace di cambiare il mondo in meglio: l’amore come dono di sé. Perché il distanziamento sociale non significhi isolamento spirituale, siamo chiamati a soffrire con chi soffre, a rinnovare il nostro impegno a favore della vita e a rimanere Chiesa in comunione, nel nostro cuore e nelle nostre case. ​Tutto questo esige una novità di vita in noi. Se noi siamo ancora nei nostri peccati allora Cristo è morto invano per noi, allora non è risorto per noi, allora per noi non è Pasqua, allora è inutile scambiarci gli auguri.

​Gli auguri pasquali che oggi ci scambiamo scaturiscono dalla certezza che la vittoria di Cristo risorto è la nostra vittoria. Vi abbraccio e benedico tutti di cuore.

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