Regione

La truffa sui fondi dell’agricoltura, revocati i provvedimenti per Gaetano Ales

Riceviamo e pubblichiamo interamente la nota dell’avvocato Giorgio Lo Verde sul suo assistito Gaetano Ales.

“Il mio assistito Ales Gaetano funzionario dell’Ispettorato Provinciale all’Agricoltura dell’assessorato Regionale di Palermo era stato destinatario dell’ordinanza di custodia cautelare (obbligo di dimora e cumulativamente obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria) emessa dal Gip Rosario Di Gioia nell’ambito della indagine denominata “Gulash” condotta dal Nucleo della Guardia di Finanza – Polizia Economina finanziaria di Palermo e coordinata dalla Procura della Repubblica di Palermo (leggi questo articolo). Una indagine complessa e articolata, posta in essere anche attraverso l’utilizzo di intercettazioni ambientali, che ha visto contestare a numerosi indagati tra funzionari pubblici e professionisti privati oltre che di diversi soggetti titolari di società e aziende private che usufruivano di finanziamenti strutturali alla agricoltura, ipotesi delittuose che vanno dall’associazione a delinquere, a numerose condotte di truffe in danno dello Stato ed anche di Società assicurative, attraverso attività di agevolazioni e compiacenze.

Nell’ambito della predetta indagine finiva sotto l’osservazione degli inquirenti anche una domanda di finanziamento avanzata dal Comune di San Cipirello di 159 mila euro per la realizzazione di un parcheggio pubblico nell’ambito della Misura 7.5 del Psr 2014-2020 che comunque non era stata approvata. Dalle indagini espletate emergeva che alcuni indagati, tra cui secondo la Procura anche Ales avrebbero posto in essere azioni di alterazioni e falsificazione di alcuni documenti e/o dichiarazioni allegate alla pratica di finanziamento, in particolare apponendo delle date che non erano state, in effetti , inserite in sede di presentazione ed anche formando dei nuovi documenti da ritenersi necessari per la partecipazione, che venivano inseriti nella pratica come se fossero già presenti al momento del deposito.

La vicenda del marzo 2018 veniva alla luce a seguito delle intercettazioni ambientali poste in essere presso gli uffici dell’ispettorato e, veniva contestata anche ad Ales in concorso con altri pubblici funzionari dell’Ipa di Palermo, del tecnico del Comune di San Cipirello e, dell’allora Sindaco Geluso pur non avendo lo stesso, tuttavia, né fatto parte della commissione valutatrice e non conoscendo le condizioni e le prescrizioni urbanistiche per la partecipazione, essendosi lo stesso sempre occupato solo di pratiche di agevolazione per l’agricoltura a superficie in favore e per l’incentivazione di colture biologiche.

In effetti, dalle intercettazioni ambientali utilizzate dalla Procura, quali gravi indizi, per la richiesta della misura e dal Gip per l’emissione dell’ordinanza, come fatto presente dalla difesa, emergeva soltanto che l’indagato aveva accompagnato presso la stanza del dirigente Cangelosi il funzionario dell’ufficio tecnico del Comune di San Cipirello Geometra Picardo che si era presentato per un confronto sulle anomalie della pratica e della documentazione, ma sol perché quest’ultimo, conosceva da tempo Ales senza che, dal video si potesse riscontrare una partecipazione attiva di quest’ultimo alla presunta alterazione dei documenti, anzi emergeva, come sostenuto dalla difesa che si era allontanato dalla stanza e, dalle conversazioni non aveva assolutamente contezza delle irregolarità e/o delle rettifiche o integrazioni.

Ales, invero, in sede di interrogatorio di garanzia, aveva dato ampia disponibilità a chiarire il rapporto amicale con il funzionario del Comune di San Cipirello essendo stati entrambi assunti quali tecnici nel medesimo periodo, quasi trent’anni prima rispettivamente, nel comune di San cipirello e San Giusppe e l’assoluta mancanza di interesse e di conoscenza della pratica e delle azioni modificative, eventualmente, poste in essere in quel frangente ed aveva indotto il Gip a revocare la misura dell’obbligo di dimora presso il Comune di residenza Piana degli Albanesi mentre veniva mantenuta la misura dell’obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria.

La difesa aveva, tuttavia, già presentato istanza di riesame al Tribunale ritenendo che non sussistessero le condizioni per l’emissione dell’ordinanza, né i gravi indizi né le esigenze cautelari, dovendosi Ales ritenersi assolutamente estraneo al presunto concorso nel falso ed il Collegio presieduto dalla dottoressa Pappalardo, all’esito dell’udienza del 18 marzo 2020, in effetti, revocava l’ordinanza facendone cessare l’esecuzione, riservandosi di depositare le motivazioni entro 45 giorni.

Ora l’avvocato Giorgio Lo Verde spera proprio che le motivazioni del Tribunale possano anche indurre la Procura a rivalutare la figura dell’indagato prendendo atto della indiscussa estraneità alla vicenda del proprio assistito e, pervenire ad una definizione della posizione di Ales stralciandola da una indagine cosi ampia e grave che, senza alcuna responsabilità, lo ha visto avvicinare a ipotesi delittuose contro la pubblica amministrazione che, invece, ha servito sempre con lealtà e rispetto delle norme e delle regole.

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