La discarica abusiva sull’alveo del torrente Gugliotta

Redazione

Regione - Carini

La discarica abusiva sull’alveo del torrente Gugliotta
La scoperta della guardia di finanza e della polizia municipale di Carini

20 Novembre 2019 - 08:40

Un’area di circa 9.500 metri quadrati utilizzata come discarica abusiva. La scoperta della guardia di finanza e della polizia municipale di Carini, nell’ambito dei controlli a tutela dell’ambiente. L’area è stata individuata (grazie anche all’apporto della Sezione Aerea della Guardia di Finanza di Palermo) in via Moscala. All’interno della discarica: terra vegetale, inerti, sfabbricidi e materiali ferrosi per un volume di 800 metri cubi. Inoltre sono state riscontrate violazioni alle norme edilizie poiché è stato rinvenuto un muro di contenimento realizzato abusivamente nonché una tettoia di circa 45 metri quadrati ed un manufatto di circa 44 metri quadrati adibito a ricovero per animali.

Tanto la discarica quanto il muro sono risultati realizzati sull’alveo del torrente Gugliotta, oggetto di vincolo fluviale, causandone il suo restringimento. Inoltre per raggiungere l’area destinata a discarica è stato realizzato abusivamente un ponticello in cemento armato. “La situazione rilevata – spiegano dal Comando – evidenzia un mutamento dell’aspetto idrogeologico della zona con grave pericolo per la pubblica incolumità soprattutto nel caso di piogge, atteso che il modificato assetto determina l’impossibilità del normale deflusso delle acque piovane”.

L’intera area è stata sottoposta a sequestro preventivo d’iniziativa, convalidato dalla Procura della Repubblica presso il tribunale di Palermo. Alla stessa Autorità è stato richiesto di poter eseguire opportuni carotaggi atti a verificare la presenza di eventuali residui di amianto o sostanze tossiche. La proprietaria del terreno su cui sorge la discarica è stata deferita in stato di libertà, per le violazioni alle norme disciplinate dal Testo unico ambientale nonché per il reato di abusivismo edilizio. Pesanti le sanzioni cui andrà incontro il responsabile. La legge, infatti, prevede l’arresto fino a tre anni e sanzioni pecuniarie fino a un massimo di 103 mila euro, oltre la confisca dell’area.

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