Cronaca

Giro di fatture false per un milione: in manette anche un monrealese

Un vorticoso giro di fatture false per un milione di euro per usufruire di notevoli vantaggi fiscali. Con quest’accusa, la Guardia di Finanza di Palermo, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip, ha arrestato quattro persone nell’ambito di un’indagine sull’appalto Consip “Scuole belle”.

Sono finiti ai domiciliari, dunque, Lorenzo Filippo Lucchese 56 anni nato a Monreale, e i palermitani Giuseppe Damiata 64 anni, Paolo Lo Voi 64 anni, Sergio Russo, 73 anni. Sono un ragioniere, i titolati di due imprese e un faccendiere che faceva da tramite con gli immigrati. E qui si apre un altro capitolo dell’inchiesta: i quattro arresti di oggi sono stati preceduti nei giorni scorsi dal fermo di tre ghanesi e bengalesi. Ai reati di associazione a delinquere finalizzata all’emissione di fatture false, riciclaggio, falso e truffa ai danni dell’Inps si è aggiunto quello del favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. I migranti giunti a Palermo venivano assunti fittiziamente e ottenevano così i documenti per restare nel territorio italiano.

Secondo le indagini del nucleo di polizia economico finanziaria di Palermo, in Sicilia la cooperativa bolognese “l’Operosa”, vincitrice dell’appalto nel progetto “scuole belle” finanziato dal Ministero dell’Istruzione per dare decoro egli edifici, avrebbe sfruttato tra il 2017 e il 2018 un giro di false fatture per due milioni di euro emesse dalle imprese “cartiere palermitane”. Indagando nelle scuole i finanzieri avrebbero scoperto che al lavoro c’erano anche degli extracomunitari e non solo gli ex Lsu come previsto dagli accordi con il governo nazionale.

Si è aperto il nuovo filone investigativo che ha fatto emergere il rapporto del ragioniere, già indagato e radiato dall’ordine, e la seconda associazione a delinquere composta dai tre fermati che negli ultimi anni avrebbero fatto ottenere il permesso di soggiorno a 150 clandestini. Come? Fingendo che lavorassero con regolari contratti. Nel corso di conversazione telefonica intercettata, uno straniero, dopo avere pagato e ottenuto il fittizio contratto di lavoro, chiedeva al ragioniere: “… vedi se ci sono lavori capito. Anche poco soldi non c’è problema”. Nei confronti della cooperativa è scattato un sequestro di beni per un milione di euro.

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