I falsi incidenti e la banda degli “spaccaossa”: doppio blitz a Palermo

Redazione

Palermo - Tra Palermo e Trapani

I falsi incidenti e la banda degli “spaccaossa”: doppio blitz a Palermo
Frodi assicurative realizzate attraverso le mutilazioni di arti di vittime compiacenti

15 Aprile 2019 - 08:35

Una vasta operazione denominata “Tantalo bis” condotta dalla Polizia in esecuzione di un fermo di indiziato di delitto emesso dalla Procura della Repubblica di Palermo, ha disarticolato una pericolosissima organizzazione criminale dedita alle frodi assicurative realizzate attraverso le mutilazioni di arti di vittime compiacenti. 34 le persone fermate tra Palermo e Trapani, tra questi anche un avvocato palermitano che curava la parte legale di molti dei falsi sinistri. Sono tutte accusate di fare parte di un’associazione a delinquere finalizzata alla realizzazione di frodi assicurative tramite la mutilazione di persone.

L’associazione criminale ha evidenziato la particolare cruenza degli adepti che non esitavano a scagliare pesanti dischi di ghisa come quelli utilizzati nelle palestre sugli arti delle vittime, in modo da procurare delle fratture che spesso menomavano le parti coinvolte costringendole anche per lunghi periodi all’uso di stampelle e sedie rotelle. Importanti per il buon esito delle indagini le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia. Si tratta di soggetti tratti in arresto nell’ambito dell’operazione “Tantalo” della Squadra Mobile di Palermo dello scorso agosto, che dopo l’arresto hanno deciso di collaborare.

Le vittime compiacenti, come emerso dalle indagini, venivano reclutate dai membri delle organizzazioni in luoghi frequentati da soggetti ai margini della società. Venivano, pertanto, individuati come congeniali tossicodipendenti, persone con deficit mentali o affetti da dipendenza da alcool, e con grandi difficoltà economiche, attratti dalle promesse di facili e cospicui guadagni, mai corrisposti dall’organizzazione criminale. Oltre 50 le vittime che, con i loro racconti colmi di disperazione hanno consentito di avvalorare il quadro accusatorio nei confronti dei sodali dell’associazione criminale.

Le indagini coordinate dalla Procura di Palermo che hanno consentito anche di accertare ulteriori particolari, in riferimento alla triste vicenda che aveva coinvolto un cittadino tunisino, Hadry Yakoub, trovato morto su una strada alla periferia di Palermo, e per la quale erano stati già fermati altri compartecipi lo scorso agosto, nonché le responsabilità di altre tre persone. La morte, in un primo momento decretata come conseguenza di un sinistro stradale, in realtà era stata determinata dalle fratture multiple cagionate al tunisino da appartenenti all’associazione al fine di inscenare un finto incidente. I membri dell’associazione, al fine di lucrare, non avevano poi esitato a fingere comunque che il tunisino fosse rimasto vittima di incidente stradale.

In particolare, si evinceva che il tunisino, già dal pomeriggio del giorno in cui sarebbe stato ucciso, era apparso palesemente sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Al fine di evitare che la vittima potesse sottrarsi alle lesioni ,gli stessi sodali provvedevano a procurargli ulteriori dosi di Crack. A seguito di accordi intercorsi tra Francesco Faija e Gesué Giglio, era stato inoltre deciso che le lesioni dovevano essere particolarmente violente, al fine di ottenere il massimo in sede risarcitoria. Anche le dichiarazioni rese dai due collaboratori di giustizia, confermavano quanto le condizioni del tunisino fossero già disastrose al momento della preparazione del luogo del sinistro. Nonostante questo tutti i partecipi decidevano di insistere nei propri propositi, in tal modo accettando il rischio di provocare la morte di Hadry, arrivata per arresto cardiaco, a seguito delle lesioni infertegli da Giosuè Giglio e Alfredo Santoro, descritti come i più violenti e spietati tra gli spaccaossa. Per questo motivo Francesco Faija, Alfredo Santoro e Gosuè Giglio sono anche accusati di omicidio doloso con dolo eventuale.

Nella notte altro blitz della Guardia di Finanza e del Reparto Polizia Penitenziaria di Palermo. Nell’operazione denominata “Contra Fides”, provvedimenti di fermo nei confronti di 8 soggetti, per i reati di associazione a delinquere, truffa aggravata, lesioni aggravate, usura, estorsione, peculato e reimpiego, emessi dalla Procura della Repubblica di Palermo.

Unitamente alle misure cautelari personali, è in corso di esecuzione un provvedimento di sequestro emesso dalla Procura della Repubblica di Palermo, di beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie per un valore complessivo di stima di oltre mezzo milione di euro. Contestualmente all’esecuzione delle catture, sono in corso di esecuzione numerose perquisizioni in città e provincia.

Le indagini si riassumono in un totale di 162 capi di incolpazione provvisoria. Nell’ambito dello stesso procedimento penale rimangono indagati, oltre ai 36 fermati, 211 soggetti, tra i quali figurano anche medici, periti assicurativi e avvocati.

Questi i nomi degli arrestati:

1. ALICATA Carlo; 2. ALICATA Gaetano; 3. ANCESCHI Filippo detto “Il nano”; 4. ARENA Salvatore, detto “Mandalà”; 5. CAMPORA Gioacchino detto Ivan; 6. D’AGOSTINO Graziano, incensurato; 7. MAZZANARES Rita; 8. DI GREGORIO Salvatore detto “Salvino”; 9. DI LIBERTO Salvatore; 10. DI MAIO Giuseppe detto “Fasulina”; 11. ORLANDO Piero, detto “Piero SH”, incensurato; 12. FENECH Mario, incensurato; 13. FILIPPONE Vittorio, incensurato; 14. GIGLIO Antonino detto “Tony ‘U Pacchiune”; 15. GIGLIO Gesué, incensurato; 16. PEDUZZO Vincenzo; 17. SANTORO Alessandro; 18. SANTORO Alfredo detto “Lello”; 19. SANTORO Natale; 20. SAVIANO Antonino; 21. SILVESTRI Letizia; 22. CAMARDA Monia; 23. CATALDO Vincenzo; 24. FALLITI Orazio; 25. GIRGENTI Gaetano; 26. MACALUSO Alfonso; 27. MATTINA Benedetto; 28. MAZZANARES Giuseppe; 29. MAZZANARES Maria detta “Mary”;  30. MAZZANARES Salvatore; 31. MODICA Mario; 32. PASCA Cristian; 33. ROSCIGLIONE Giuseppa; 34. SILVESTRI Maria.

Altri due soggetti, Domenico Schillaci detto “Emanuele” e Giovanna Lentini, sono stati colpiti dal medesimo provvedimento di Fermo. Sul loro conto, sono confluiti elementi raccolti dal Comando provinciale della Guardia di Finanza di Palermo, che è stata delegata dalla locale Procura della Repubblica all’esecuzione della misura a loro carico e messa in atto durante il blitz dell’operazione “Contra Fides”.

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