“Ma che minchia me ne fotte delle case…” L’intercettazione choc del piromane

Redazione

Cronaca - San Martino delle Scale

“Ma che minchia me ne fotte delle case…” L’intercettazione choc del piromane
Due persone sono state arrestate dai carabinieri di Monreale perché ritenute responsabili di una serie di incendi dolosi che hanno interessato la zona boschiva dell'agro di Monreale nell'estate 2017

26 Marzo 2019 - 11:50

Gli arresti di oggi di Pietro e Angelo Cannarozzo svelano inquietanti retroscena sugli incendi boschivi dell’estate 2017. Pietro Cannarozzo è stato un operaio del Servizio antincendio dell’azienda foreste e territorio della regione siciliana. Insomma un forestale che invece di tutelare e salvaguardare i boschi gli dava fuoco.

Una pratica che purtroppo si ripete ogni estate a causa anche dei venti e delle temperature alte. Quello che è emerso dalle indagini di oggi dei militari della compagnia di Monreale è il modus operandi dei due. Nelle intercettazioni il figlio parlava al padre di come e dove bruciare per alimentare ancora di più le fiamme, senza preoccuparsi delle conseguenze che le fiamme potevano avere alle case: “Che minchia mi interessa a me – dice Angelo Cannarozzo nell’intercettazione choc -. Che è casa mia?”, parole durissime che con il sennò di poi fanno ancora più male. E a ricordare quella terribile estate sono proprio i residenti della zona, costretti per giorni a sopportare la puzza di fumo e l’odore di acre nell’aria. Il primo incendio è datato 18 giugno 2017, nel vallone alle spalle della via Torrente d’Inverno. In quell’occasione sono andati distrutti 5000 metri quadrati di vegetazione. “Quando si brucia devo essere da solo – Angelo al padre Pietro -. Non voglio nessuno accanto a me”.

Gli altri incendi si sono verificati nel mese di luglio. Il primo è stato giorno 13.  Poi quattro giorni dopo, un altro incendio: era il 17 e la zona interessata era quella di Piano Geli sempre nel comune di Monreale. L’ultimo è stato il 25 luglio. Ed è proprio nell’ultimo incendio che le fiamme lambirono le case.

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