Palermo

Palermo, smantellata banda che spacciava crack anche davanti ai bambini: 8 arresti

Nelle prime ore del mattino, nell’ambito dell’indagine convenzionalmente denominata “Pellicano”, i carabinieri hanno eseguito un’ordinanza applicativa di misure cautelari, emessa dai Gip presso il Tribunale ordinario e per i minorenni, su richiesta della Procura, nei confronti di 8 soggetti – tra i quali tre minori – ritenuti responsabili – a vario titolo di “spaccio di sostanze stupefacenti, evasione e violazione degli obblighi della sorveglianza speciale”.

L’operazione costituisce l’esito dell’indagine, avviata nel gennaio 2018 dai Carabinieri della Stazione Falde, sviluppata dal costante monitoraggio del palazzo di ferro, sito al civico 56 di via Brigata Aosta, contesto tristemente noto in quanto interessato da cruenti episodi di violenza, sfociati in aggressioni e sparatorie.

L’indagine ha permesso di ricostruire l’attività realizzata dagli indagati, delineando ruoli e funzioni dei componenti, nonché di confermare la presenza di una piazza di spaccio, avente ad oggetto sostanza stupefacente del tipo crack, cocaina ed hashish, permettendo ai militari di disarticolare, per la prima volta, una piazza di spaccio di crack.

Dalle indagini è emerso come le attività siano il risultato della complicità di Francesco Paolo e Giulio Avvenimenti, Salvatore e Alessandro Tutone, pienamente operativi insieme ad altri 3 minori, un diciasettenne e due quindicenni, che si suddividevano in compiti e ruoli precisi. La cessione aveva normalmente inizio con il transito in via Brigata Aosta dei potenziali acquirenti, i quali venivano invitati a stazionare nella zona adiacente al palazzo sito al numero 56, al fine di verificare l’assenza di controlli delle forze dell’ordine.

Seguivano quindi due pratiche, alternative tra loro: o i soggetti si spostavano nell’androne, oppure la cessione veniva effettuata in strada, anche attraverso l’occultamento della sostanza stupefacente nella bocca del “pusher”, poi sputata al momento della consegna.

Le operazioni vedevano coinvolti, oltre gli acquirenti, anche più indagati in maniera sinergica, compresi i minori, posto che uno o due di loro avevano il compito di sorvegliare la zona e la buona riuscita della cessione, mentre un altro si occupava della consegna vera e propria della droga e dell’incasso della somma, pattuita con l’acquirente. Al fine di eludere i controlli in alcune occasioni la consegna della droga avveniva da parte di una persona diversa da quella che aveva ricevuto il denaro e solo dopo aver ottenuto l’assenso di quest’ultimo.

Per nascondere le sostanze, prevalentemente crack, ma anche cocaina e hashish, venivano destinati i vari contatori Enel posti all’interno dell’androne del palazzo di ferro; le tasche esterne della bicicletta utilizzata dai pusher oppure quelle degli indumenti indossati; ed ancora oggetti di vario genere come ad esempio un bicchiere di plastica, nel quale venivano occultate le palline – forma in cui si presenta tipicamente la sostanza del tipo crack, oppure sacchetti plastica. In varie circostanze, è stato documentato il lancio della droga dal balcone di un’abitazione.

A rendere lo scenario quanto più grave, è l’aver monitorato innumerevoli cessioni effettuate in presenza dei bambini che, all’oscuro di quello che succedeva, osservavano la dose di crack, venduta al prezzo di 10 euro. Non meno grave, il fatto che la piazza di spaccio sorgesse a poche centinaia di metri da scuole frequentate da giovanissimi studenti e dal Sert.

È altresì emerso come Alessandro Tutone, nonostante fosse sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari, si allontanasse regolarmente dalla propria abitazione, raggiungendo quella di Giulio Avvenimenti, anch’egli sottoposto alla stessa misura, per organizzare il lavoro dei pusher in strada, lanciando loro da un balcone del sesto piano involucri contenenti la droga, già suddivisa in dosi e facendo da vedetta, attraverso l’utilizzo di binocoli.

Roberto Sammartino invece, sebbene sottoposto alla misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno, abbia violato in più occasioni le prescrizioni della citata misura, recandosi anche ad acquistare la droga.

Gli arrestati trasferiti in carcere sono i gemelli Avvenimenti, Francesco Paolo e Giulio, di 22 anni, i cugini Salvatore ed Alessandro Tutone, di anni 19 e 34, ed il Roberto Sammartino, 46 enne. Per i tre minori, è stata disposta la misura del collocamento in comunità.

Sono ben 694 le cessioni documentate durate l’attività d’indagine, 21 le persone segnalate alla Prefettura quali assuntori di sostanze stupefacenti.

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