Con la definizione machine learning si fa riferimento alla capacità di “insegnare” ai sistemi informatici l’apprendimento autonomo, cioè frutto dell’esperienza, come avviene negli esseri umani e negli animali. Il tema è di particolare interesse negli ultimi tempi e, non a caso, i convegni fra Milano, Roma, Napoli, e anche in diverse città sicule (Favignana, Palermo, Catania sono solo alcune), quest’anno sono stati diversi. Fra pochi giorni, infatti si terrà ad esempio a Catania un seminario a questo tema tenuto da Luca Naso, organizzato da Big Data for You.
Anche se qualcuno ancora guarda con sospetto questo tipo di approccio all’intelligenza artificiale, perché si teme che questo tipo di strumenti possano un giorno rappresentare un pericolo per l’uomo, l’interesse resta ancora alto.
Machine learning: dai giochi a settori più importanti
Questo tipo di studi è fondamentale oggi perché sarà la base di innovazioni e importanti tecnologie domani. Se oggi, infatti, i più diffusi utilizzi di machine learning sono nel settore dei videogames, dei giochi online e nelle attività ludiche in generale presto si passerà anche a settori più importanti e delicati come quello della sicurezza. I risultati ottenuti oggi nel mondo dei giochi, comunque, è stato sorprendente, anche se per il momento a goderne sono solo i player che hanno voglia di vincere giochi casinò battendosi contro sfidanti più umani (sebbene in realtà virtuali).
In alcuni giochi, infatti, giocare contro il sistema informatico è possibile, ma per altri diventa a dir poco noioso. In giochi come il Poker o il Deepmind, infatti, il bluff (caratteristica inequivocabilmente umana) è esso stesso parte della partita. Ebbene, con il sistema di machine learning la macchina è riuscita a diventare da sola uno sfidante dalle caratteristiche umanoidi, capace persino di bluffare. Questo è stato possibile grazie a diverse partite in cui il computer ha giocato, ha perso e ha imparato di conseguenza, facendo suoi i segreti degli avversari umani.
Come funziona il machine learning?
Il machine learning è un metodo che si è iniziato a sviluppare negli ultimi anni del ‘900, sempre in ambito ludico. I primi esperimenti, infatti, vennero fatti nel gioco degli scacchi, in cui nel 1997 il computer riuscì a battere un pluricampione. È vero che, però, in fondo in questo tipo di gioco non vi sono doti del tutto irrazionali e umane. Diversamente è in altri giochi come per esempio il Poker. Gli esperimenti più recenti, infatti, sono fatti proprio su questo tipo di gioco. Qualche tempo fa un computer, bluffando con maestria, ha battuto i più grandi giocatori di carte del mondo.
Tutto questo è stato possibile grazie all’esperienza fatta dal sistema informatico in più partite giocate contro l’intelligenza umana. Elaborando questa esperienza, partendo quindi dai dati anziché dalle regole o da modelli preimpostati questi hanno creato degli algoritmi da cui partire per elaborare ogni mossa. Lo scopo di questi algoritmi è quello di migliorare le prestazioni, continuando ad assimilare dati a partire dall’esperienza e, quindi, da esempi positivi ed errori. Il computer, quindi, viene programmato inizialmente a imparare autonomamente e procede poi riprogrammandosi più e più volte da solo per creare il giocatore vincente sempre più perfetto.