Cronaca

Pioppo, la verità sulla differenziata: “Criticità, è una bomba ecologica”

Non c’era il pienone Orarune, la sede del Comitato Pioppo Comune che in realtà ce la mette tutta ed aveva organizzato un interessante incontro tra i cittadini e il sindaco Piero Capizzi, l’assessore Giuseppe Cangemi e il responsabile della Mirto Fabio Adimino. Obiettivo dell’incontro era permettere ai cittadini di sciogliere tutti i dubbi relativi alla differenziata. A tratti, invece, si è trasformato in un incontro politico: “Io accetto tutte le critiche – ha detto Capizzi – purchè siano leali”. Molte persone hanno chiesto al responsabile Adimino quali siano le cose da differenziare e come si differenzia, ottenendo risposte precise e puntuali. Poi si è fatto un po’ il punto della situazione: “Ci sono delle criticità, è vero – ha detto Capizzi – Paradossalmente soffriamo di più in centro che nelle periferie”.

Proprio Pioppo, insieme a Villaciambra e Grisì, sono le tre frazioni che stanno differenziando meglio: “Arriviamo a punte dell’80, 90 per cento – dice Capizzi – A Monreale non ci sono questi numeri (la media oggi, è del 32 per cento). Ma dobbiamo anche guardare le difficoltà: il nostro è un territorio vastissimo, di 540 chilometri quadrati, spesso terra di nessuno, con discariche improvvisate e non è facile da gestire”.

Capitolo controlli, che latitano: “Ci stiamo attivando per acquistare nuove telecamere – spiega Cangemi – e permettere il deposito dei rifiuti tutti i giorni, negli orari assegnati. Oggi sarebbe impossibile farlo, perché se dovessimo posizionare un cassonetto per la raccolta della plastica, sono sicuro che questo sarebbe riempito di qualsiasi tipo di spazzatura”. “E’ un problema culturale – ha detto Capizzi – perché oggi è davvero impossibile dire di non poter fare la raccolta differenziata. Chi non la fa, è perché ha deciso di non farla”.

Per la prima volta a Monreale si parla di differenziata in mniera seria: “Era rimasta sempre una cosa teorica – dice Capizzi – se ne è sempre parlato, ma mai nessuno dei miei precedenti colleghi l’aveva messa in pratica, se non con qualche annuncio. Noi abbiamo iniziato in maniera seria, nonostante le difficoltà di lavorare con una società che ha un appalto precario, con i lavoratori con orario ridotto e una gestione che può provocare disagi. Ci stiamo mettendo la faccia”. I controlli, assicura il sindaco, saranno potenziati: “Anche oggi sono state fatte due multe da 615 euro ciascuna e non vi dico quante persone ho ricevuto nel mio ufficio in lacrime che mi chiedevano di fare qualcosa. Capisco che la multa è davvero cara, ma credo sia un insegnamento importante per tutti”.

Oggi il comune di Monreale non ha debiti né verso la nuova società che gestisce il servizio di igiene urbana né verso l’Ato. Ed era impensabile fino a qualche anno fa, quando Monreale aveva un debito nei confronti dell’Ato di oltre 14 milioni di euro, chiuso poi con una accordo transattivo. Il problema è l’evasione (si parla anche del 50 per cento, pari a circa 3 milioni di euro) della tassa sui rifiuti, ma, dice Capizzi “l’accertato supera l’80 per cento”.

Insomma come per dire questi prima o poi pagheranno. Interessante l’intervento di Sergio Calderaro che ha sciorinato qualche numero. Ad agosto sono stati raccolti complessivamente 831 tonnellate di rifiuti (598 tonnellate di indifferenziato e 233 tonnellate di differenziata): “Ma a guardare i dati ufficiali del Dipartimento dei Rifiuti della regione siciliana – spiega Calderaro – ci si rende conto della differenza, visto che scrivono che, in media, ad agosto a Monreale vengono raccolti solitamente 1.400 tonnellate di rifiuti. Questo significa che ci sono 600 tonnellate di rifiuti sparse per il territorio: è una bomba ecologica”. Calderaro ha chiesto al sindaco di far pesare sempre i rifiuti prima di portarli in discarica, “perché fidarsi è bene, non fidarsi è meglio” e infine chiede maggiore trasparenza: “Che fine fa l’alluminio”? si chiede Calderaro che aggiunge le sue perplessità sulle chiusure degli ecocentri e la loro possibile gestione un po’ “alla carlona”: “Ci sono delle Carte in Procura per molti motivi”.

Ad Adimino, poi ha chiesto di chiedere alla ditta di attovare un percorso di formazione per il personale “per rispondere meglio alle esigenze dei cittadini e perché loro non sono spazzini, ma sono operatori ecologici ed hanno il diritto di fare formazione”. Proprio nei confronti degli operatori è rivolta l’ultima considerazione di Sergio: “Ma in che condizioni li fate lavorare nei centri di raccolta? Senza acqua, senza un posto dove ripararsi dal sole e della pioggia, senza un gabinetto, senza la fognatura. Non mi sembra umano”. All’incontro erano presenti anche i Carabinieri di Pioppo.

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