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Mafia, la Corte d’Appello conferma la sentenza del Gip: condannati i boss corleonesi

L’impianto accusatorio regge in Corte d’appello. Arriva solo un leggero sconto di pena per uno dei sei imputati. L’elenco delle condanne si apre con quindici anni per Rosario Lo Bue, indicato come il nuovo capomafia di Corleone, e prosegue con Pietro Pollichino (6 anni e 8 mesi) e i membri di un unico nucleo familiare: Vincenzo Pellitteri (9 anni e 8 mesi, contro i 10 anni del giudizio di primo grado), Salvatore Pellitteri classe ’76 (8 anni e 8 mesi), Roberto Pellitteri (9 anni), Salvatore Pellitteri classe ’92 (9 anni).

La Corte di Appello di Palermo, Sezione Quarta Penale, al termine di una lunga camera di consiglio ha sostanzialmente confermato la sentenza emessa dal Giudice per le Indagini preliminari di Palermo, resa con le forme del giudizio abbreviato. Confermate le statuizioni in favore dei Comuni che si erano costituiti parte civile per i danni di immagine e per la turbativa dell’ordine pubblico determinati dalla azione del gruppo criminale. Le motivazioni saranno rese note tra 90 giorni. Al Comune di Chiusa Sclafani costituito parte civile e difeso dallo studio legale di Salvino Caputo è stata riconosciuta una provvisionale di 10 mila euro, oltre al pagamento delle spese sostenute per il giudizio di appello. “Anche in questa fase – ha affermato Caputo – viene confermato il principio giuridico del risarcimento per i danni subitui dagli Enti territoriali per le azioni criminose degli affiliati a Cosa nostra”.

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