Cronaca

L’arcivescovo Pennisi inizia la visita pastorale: “Monreale non è solo quella delle piazze”

Non a caso l’Arcivescovo Michele Pennisi ha scelto di iniziare la sua visita pastorale dalla “sua” Monreale ed incontrando i rappresentanti delle istituzioni. In un’Aula consiliare desolatamente vuota, Pennisi, però ha lanciato messaggi importanti e che meriterebbeo un maggiore approfondimento. A partecipare il sindaco Piero capizzi, il presidente del consiglio comunale Giuseppe Di Verde, gli assessori Paola Naimi, Gery Valerio e Alessandro Zingales, il consigliere comunale Mimmo Vittorino e una manciata di dipendenti comunali. Capizzi ha ringraziato l’Arcivescovo Pennisi per la sua visita, “perché la nostra amministrazione ha avuto da sempre un rapporto leale e sincero con la Chiesa – dice il Primo Cittadino – La vostra presenza, intendo quella sua e dei parroci di Monreale, è evidente e si percepisce in città. Vi ringrazio per l’aiuto concreto che date alla nostra comunità”.

Ha preso poi la parola il Vescovo, che dopo aver ringraziato il sindaco e i presenti, ha chiarito il senso della sua Visita Pastorale: “Oggi non è facile gestire una città per una serie di difficoltà di natura culturale, sociale, economica che sembrano indurre ad un senso di sgomento chi è stato chiamato a prestare il proprio servizio alla comunità dei cittadini – dice Pennisi – I cristiani in collaborazione con tutti gli altri uomini di buona volontà sono chiamati a testimoniare un esistenza vissuta nel rispetto delle regole, mostrando che una vita umile e paziente, rispettosa delle leggi ed estranea alle furberie e alle prepotenze non è un atteggiamento proprio degli imbelli, ma delle persone libere e forti, oneste e sensibili al bene comune”.

Poi parentesi su alcune problematiche della città: “Il tessuto urbano della città di Monreale è molto variegato: assieme al centro storico di Monreale che ha il suo cuore nel complesso monumentale dichiarato patrimonio mondiale dell’umanità, c’è un’altra parte del centro storico con varie attività commerciali e artigianali, alcuni quartieri di periferia, e le varie frazioni con varie parrocchie per non parlare del vastissimo territorio che comprende Grisì, Tagliavia e una parte di Ficuzza – dice Pennisi – La società civile di Monreale è molto complessa e assieme agli elementi positivi quali la gloriosa tradizione storica, artistica e culturale, il patrimonio edilizio di pregio, e la laboriosità dei suoi cittadini, si riscontano fattori negativi o problematici, c’è un individualismo non sensibile al bene comune,il depauperamento della forze locali con l’emigrazione soprattutto di giovani in cerca di lavoro verso altre destinazioni,forme di vecchie e nuove povertà che interessano diverse famiglie soprattutto di determinate zone, forme di illegalità, microcriminalità che interessa anche giovani e adolescenti, spirito di accoglienza non molto sviluppato in alcune fasce della popolazione, mancanza di servizi pubblici importanti per una città a naturale vocazione turistica e una nobile tradizione culturale. C’è poi il problema dei precari che lavorano presso gli enti locali che aspettano da decenni di essere stabilizzati”.

Per questo, dice Pennisi, “è importante recuperare l’identità culturale e religiosa, favorire i centri di aggregazione per il tempo libero, sviluppare le risorse umane e le potenzialità di questa città al meglio per renderla attrattiva verso i pellegrini e i turisti”. Una frase che è sembrata una stoccata proprio all’amministrazione comunale rea di non pensare ai b isogni fondamentali e primari per rendere migliore questa città. “Invito le Autorità, le istituzioni e tutte le forze sociali a mettere in atto tutto quanto è in loro potere per il superamento di questa ormai pluriennale grave crisi economica, che impedisce a molte famiglie di vivere una vita serena. Bisogna impegnarsi a superare una mentalità individualistica ed assistenzialistica sviluppando una cultura dell’impresa, della cooperazione e del lavoro che prenda il posto della mentalità di chi pretende un posto garantito, ben retribuito e sicuro, anche senza “lavoro”. E’ necessario superare la mentalità mafiosa attraverso l’educazione soprattutto delle giovani generazioni ad una cultura della legalità e della socialità in vista del bene comune”.

Poi Pennisi si è spostato al Circolo Italia, stracolmo stavolta. A ricevere il Vescovo il neo presidente del Circolo Claudio Burgio. La Chiesa desidera offrire a tutti – credenti e non credenti – il suo contributo alla concordia e alla pace, accompagnando i suoi figli, rigenerati dalla grazia sacramentale, in famiglia, sul lavoro e nel riposo per contribuire all’edificazione di un modello di autentica civiltà”, ha concluso Pennisi.

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