Cronaca

Dissesto, Capizzi si gioca una carta da “pazzi”: ma il rischio vero è per i consiglieri

Ammettiamo la nostra non competenza in materia, ma scartabellando un po’ le carte ci sembra che la delibera proposta dall’amministrazione guidata da Piero Capizzi al consiglio comunale per rimodulare il piano di riequilibrio e quindi evitare il dissesto sia un azzardo di non poco conto. Insomma pare che Capizzi si stia giocando una carta della disperazione. Il punto non è quello di tentare di provare a fare questa operazione. Il punto è capire bene se questa operazione possa essere messa in pratica da Monreale che comunque, ad oggi, è un comune che è stato già dichiarato in dissesto. Lo dicono due sentenze.

Mentre la finanziaria del 2018, seppur non chiarissima, pare si riferisca a quei comuni che ancora il dissesto non lo hanno ricevuto. Cosa cambia tra essere in pre-dissesto o in dissesto? Nel caso specifico di Monreale, per i cittadini nulla. Perché le tariffe delle tasse qui sono già al massimo; non possono essere fatti licenziamenti di personale, perché la pianta organica è già sotto-dimensionata. In pratica i commissari cercherebbero di capire cosa e chi soprattutto ha causato questo sfascio economico. Probabilmente è qui che Capizzi sta pressando per tentare questa carta. Non perché lui abbia delle responsabilità dirette, ma come ha detto lo stesso Toti Gullo nello scorso consiglio comunale, “il dissesto comincia nel 1975 con vari personaggi”. Ecco che allora i commissari dovrebbero cercare di fare ordine e di punire chi ha portato Monreale al fallimento. Capizzi, però, suo malgrado sarebbe ritenuto responsabile lo stesso. E su di lui peserebbero due gravi punizioni: la prima è quella dell’incandidabilità prevista dal comma 5 dell’articolo 248 del Testo Unico degli Enti Locali che recita testualmente che “gli amministratori che la Corte dei conti ha riconosciuto, anche in primo grado, responsabili di aver contribuito con condotte, dolose o gravemente colpose, sia omissive che commissive, al verificarsi del dissesto finanziario, non possono ricoprire, per un periodo di dieci anni, incarichi di assessore, di revisore dei conti di enti locali e di rappresentante di enti locali presso altri enti, istituzioni ed organismi pubblici e privati. I sindaci e i presidenti di provincia ritenuti responsabili ai sensi del periodo precedente, inoltre, non sono candidabili, per un periodo di dieci anni, alle cariche di sindaco, di presidente di provincia, di presidente di Giunta regionale, nonché di membro dei consigli comunali, dei consigli provinciali, delle assemblee e dei consigli regionali, del Parlamento e del Parlamento europeo. Non possono altresì ricoprire per un periodo di tempo di dieci anni la carica di assessore comunale, provinciale o regionale nè alcuna carica in enti vigilati o partecipati da enti pubblici”.

Poi la seconda punizione. I responsabili saranno puniti con una sanzione pecuniaria che va da 5 a 20 volte lo stipendio percepito per il ruolo amministrativo ricoperto. La Corte dei Conti ha imposto al consiglio comunale di riunirsi entro e non oltre il 18 gennaio 2018 per dichiarare il dissesto. Solo questa operazione potrà far venire i commissari a Monreale e le attività amministrative continuerebbero più o meno nella normalità. Ma negli uffici ci sarebbero i commissari che controlleranno le carte. Se non avverrà questo consiglio comunale, la dichiarazione di dissesto avverrebbe di ufficio, ma a quel punto l’assessorato invierebbe le carte alla Prefettura che dovrebbe sciogliere in automatico l’intero consiglio comunale. Quindi 30 consiglieri a casa, mentre la Giunta potrà rimanere in carica pur non avendo l’organismo di controllo politico che è rappresentato dai consiglieri comunali.

Insomma la situazione è molto ingarbugliata. Capizzi ribadisce la sua fiducia nella possibilità che questo ricorso, l’ennesimo, venga accettato. Ma ciò comporterebbe il fatto che sia l’assessorato regionale, sia il Ministero, sia la Corte dei Conti facciano un passo indietro su delle sentenze già scritte ed emesse. Insomma una cosa che appare molto ma molto difficile. E bisogna appurare il fatto che la nuova finanziaria, almeno ad una prima lettura non preveda questa possibilità per i comuni con sentenza di dissesto già passata in giudicato. D’altronde, anche il segretario generale Domenica Ficano, non ci è sembrata convinta dell’operazione. E lo ha anche detto al consiglio comunale puntando sul fatto che, a detta sua, in 45 giorni un nuovo piano di riequilibrio è impossibile da fare (leggi qui). Sono due gli anni che preoccupano vari personaggi del mondo della politica monrealese che sono finiti sotto la lente di ingrandimento della Corte dei Conti: il 2013 quando sindaco era Filippo Di Matteo ed il 2015 già con l’amministrazione di Piero Capizzi. Ma non è escluso che gli eventuali commissari possano portare alla luce nuovi “segreti” che qualcuno ha voluto tenere gelosamente custoditi. Ovviamente la nostra speranza è che al comune sia data la possibilità di accedere ad un nuovo piano di riequilibrio. Anche se, a dire il vero, ci pare una possibilità remota.

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