Cronaca

La chiesa del Carmine di Giuliana della diocesi monrealese restaurata grazie all’8xmille

Ricordare il valore della partecipazione: questo l’obiettivo della campagna di comunicazione 8xmille della Conferenza episcopale italiana “Chiedilo a loro”. In evidenza alcuni tra i progetti realizzati grazie alle firme dei fedeli, scelti tra le migliaia sostenuti in questi anni attraverso le tre direttrici fondamentali di spesa: culto e pastorale, sostentamento dei sacerdoti diocesani, carità in Italia e nel Terzo mondo.

Un centro storico arabo-normanno di grande suggestione e nemmeno una chiesa agibile. A Giuliana, nella diocesi di Monreale, la chiesa madre è chiusa da 15 anni per dissesto idrogeologico. E sono pericolanti le chiese minori, patrimonio senza manutenzione. La comunità si riuniva nella chiesa del Carmine, davanti all’immagine della patrona, la Madonna dell’Udienza (cioè che ascolta i bisogni di chi la invoca), di scuola gagginiana, con il Bambino che le porge la melagrana, simbolo dell’unità della Chiesa. Tuttavia anche il tempio cinquecentesco era sotto controllo per il degrado. E anche lì si verificarono crolli della cornice della volta.

“L’opera di restauro della chiesa è stata dettata da esigenze improrogabili di sicurezza – sottolinea l’allora parroco Don Luca Leone – a seguito dei crolli si dovette studiare una soluzione per restaurare la chiesa e si pensò, su suggerimento della responsabile dei beni culturali della Curia, di richiedere i fondi 8xmille che, tuttavia, pur costituendo un contributo prezioso, coprivano solo il 50 per cento dei costi di consolidamento. Pensai, quindi, di interpellare i fedeli per verificare la loro disponibilità ad intervenire per coprire la restante cifra pari a circa 130 mila euro. Un importo considerevole in relazione al numero contenuto di abitanti, solo 1950. Con impegno notevole, ogni famiglia destinò una quota e le firme degli italiani fecero il resto”.

Don Luca salì per anni, ogni giorno, sui ponteggi tra i restauratori. Ora la chiesa è restituita ad un comunità coesa, che ha riscritto le regole della corresponsabilità rispetto al passato, e che riconosce al sacerdote di aver “restaurato” anche la mentalità della collettività parrocchiale. Davanti allo splendore ritrovato dei colori originali giallo, azzurro, rosa e oro, “è stato come riappropriarsi della storia comune. E di un patrimonio fragile e unico, che tramanda arte e fede all’intero “Paese” spiega oggi il successore, don Antonino Di Chiara (avvicendatosi lo scorso settembre con don Luca, che oggi è parroco a Corleone).

Con le nostre firme contribuiamo anche al sostentamento di circa 36 mila preti diocesani italiani come loro, compresi 600 missionari inviati nei Paesi in via di sviluppo. I progetti Chiedilo a loro 2017 sono stati selezionati dal Servizio Cei per la promozione del sostegno economico alla Chiesa tra i migliaia resi possibili dalle firme dei contribuenti italiani mostrando come l’8xmille punti sulla capacità delle persone di cambiare vita, di riscattarsi se si è nel bisogno ma anche di mettersi in gioco nel volontariato senza restare chiusi in sé stessi con l’obiettivo di ricordare il valore della partecipazione.

Sul sito www.chiediloaloro.it i video relativi al restauro della Chiesa del Carmine, illustrano la storia di un restauro particolare grazie al quale una comunità si è unita intorno ai lavori della chiesa riscoprendo anche i “valori”della Chiesa. Una partecipazione collettiva, a dimostrazione che l’unione fa la forza e permette di realizzare anche obiettivi complessi, nel racconto di chi l’ha vissuta quotidianamente come Don Luca, i parrocchiani e i responsabili tecnici. Il link alla pagina dedicata su chiediloaloro.it 

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