Cronaca

Polveriera Pd a Monreale: Rubino bocciato ancora prima di insediarsi?

La sensazione è che il Pd monrealese sia come una polveriera pronta ad esplodere. Se dalle dimissioni del segretario Toti Zuccaro sembrava tutto quieto, dopo un marasma durato pochi giorni, in realtà, all’interno la situazione era e rimane molto complessa. Soprattutto adesso con la nomina a commissario di Antonio Rubino, braccio destro di Antonello Cracolici e, pare, volto non gradito ai 244 iscritti (a proposito che fine hanno fatto le loro tessere?) del partito democratico monrealese.

Rubino sarà a Monreale mercoledì. Ha convocato un direttivo in cui chiarirà i suoi obiettivi. Ma la sua nomina è arrivata con una sorta di colpo di coda. La direzione regionale, per eleggere i commissari di Monreale, Termini Imerese e Piazza Armerina, è stata convocata con una mail. E fin qui è strano, ma non inusuale. E’ particolare, però, quanto si legge nella mail firmata dal segretario regionale Fausto Raciti: la lettera di convocazione è datata 21 gennaio 2017; la convocazione della direzione regionale è, però, per il 20 gennaio 2017, un giorno prima; la mail è stata inviata il 22 gennaio, domenica, quando pochi controllano la posta. E soprattutto quando la convocazione, in teoria, è già stata fatta. Insomma confusione e pressapochismo. Da chi è stato nominato Rubino? Rimarrà un mistero. Ma tant’è.

Il Pd monrealese, a memoria, per la prima volta vedrà un uomo palermitano alla guida del partito della cittadina normanna. E su questo punto i musi lunghi non sono tardati a farsi vedere. Perché, anche se non lo dicono a gran voce, la nomina per esempio di Biagio Cigno, tesoriere del Pd monrealese, sarebbe stata una cosa più gradita e anche più logica, visto che è la seconda carica più alta dopo il segretario. Toti Zuccaro glissa: “Rubino è la miglior scelta possibile per far tornare alla normalità il Pd monrealese”. Ma è evidente che anche lui sia perplesso. Tra l’altro sul tavolo di Raciti non sono mai arrivate le dimissioni scritte di Zuccaro da segretario che, al momento, rimangono solo “fatte a voce”. “Ma non mi rimangerei mai quanto ho detto”, specifica lo stesso Zuccaro.

Dall’altro lato Tonino Russo ci va leggero: “Sono un uomo di partito e riconosco la necessità di arrivare a questo passaggio (l’arrivo del commissario, ndr) per normalizzare la questione. Sono fiducioso che Rubino porterà grande determinazione per uscire da questa impasse”. Voci di facciata, ma l’idea è che tutti a Monreale hanno visto la nomina di Rubino come una sorta di sgarro. La sensazione è che si tratti di una manovra politica in vista delle regionali e, forse, delle nazionali. Un uomo di Cracolici inviato a Monreale, da molti viene inteso come un segno di rottura, una sfida o una provocazione. La soluzione migliore era quella di convocare il direttivo e nominare un nuovo segretario. Invece arriva Rubino che comunque lascia le porte aperte: “Obiettivo? Quello di mantenere un certo equilibrio”. Vedrà subito gli iscritti, poi incontrerà il sindaco Piero Capizzi. Insomma tornano in discussione gli assessori appena nominati. Sarà di nuovo rivoluzione?

Forse saranno accontentate le tre aree del Partito, quindi quella vicina ad Antonello Cracolici, quella vicina a Davide Faraone e quella vicina a Giuseppe Lupo con tre nomi nuovi, più o meno. Ma quali sono questi nomi? Difficili ipotizzarli adesso. Tra i tre assessori in carica oggi forse Giuseppe Magnolia sarebbe quello meno a rischio. Manuela Quadrante è tra le favorite per entrare in Giunta. Mentre manca un nome concreto sul fronte Faraone. E’ chiaro che Rubino, però, dovrà sbilanciarsi anche sulla questione capogruppo. A Monreale, adesso, ce ne sono due. E per normalizzare la situazione serve una decisione finale. Che, probabilmente, creerà nuove tensioni. Il capitolo, insomma, non appare ancora chiuso.

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