Cronaca

Anniversario Giuseppe Di Matteo, il messaggio di Monsignor Pennisi

Riceviamo e pubblichiamo il messaggio dell’Arcivescovo di Monreale, Monsignor Michele Pennisi nel giorno del ventunesimo anniversario dell’omicidio del piccolo Giuseppe Di Matteo.

Oggi non mi sarà possibile partecipare alla cerimonia commemorativa della barbara uccisione di Giuseppe Di Matteo nel luogo terribile dove i carnefici della mafia lo hanno tenuto prigioniero e sciolto nell’acido, organizzata dal Comune di san Giuseppe Jato, dal Parlamento della Legalità internazionale e dall’Associazione Libera.

Su Giuseppe Di Matteo che, una morte violenta, ha sottratto all’affetto dei suoi cari, invoco l’amore misericordioso del Padre che lo ha accolto in paradiso tra gli angeli e i santi mentre sono vicino nella preghiera alla signora Franca, con cui ho parlato qualche giorno fa.

Esprimo a nome di tutta la Chiesa di Monreale la più dura condanna per chi ha commesso questo atroce delitto che denota la mancanza del santo Timor di Dio e dei valori morali fondamentali a partire dalla la sacralità della vita umana e del rispetto degli elementari diritti dei bambini.

Alla radice di questo e di altri orrendi delitti c’è l’asservimento al potere del maligno che è definito da Gesù “omicida fin da principio”(Gv 8,44). Sono sicuro che il piccolo Giuseppe, come i santi innocenti uccisi da Erode, è un fiore meraviglioso nel giardino di Dio, è una nuova stella che brilla nel firmamento del cielo, è nel cuore di Dio ricco di misericordia circondato dagli angeli e i santi.

La sua morte non può farci dimenticare coloro che brutalmente lo hanno ucciso, come i mandanti e i complici di questo orrendo delitto. Anche se essi dovessero sfuggire alla giustizia umana, se non daranno segni di vero pentimento e di riparazione del male fatto, non sfuggiranno alla giustizia di Dio. L’invito che come Chiesa ci sentiamo di rivolgere a loro è la conversione.

È compito della Chiesa sia aiutare a prendere consapevolezza che tutti, anche i cristiani, alimentiamo l’humus dove alligna e facilmente cresce la mafia, sia indurre al superamento dell’attuale situazione attraverso la conversione al Vangelo.

La Chiesa sente di avere una sua responsabilità per la formazione di una diffusa coscienza civile di rifiuto del costume e della mentalità e non si sente estranea all’impegno, che è di tutta la società siciliana, di liberazione dalla triste piaga della mafia.

Prego il Signore perché la morte di Giuseppe e di tante vittime innocenti susciti una indignazione corale nel rifiutare la criminalità e la mentalità mafiosa, converta i cuori di coloro che si sono macchiati di tali delitti e dia loro la forza di riparare al male fatto, e impegni tutti a promuovere una cultura della vita, della solidarietà, dell’amore e della pace nella giustizia.

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