Regione

Caos precari in Sicilia, salta la proroga dei contratti: 14 mila in bilico

Sono oltre 14 mila i precari in agitazione dopo il taglio agli emendamenti alla manovra di stabilità. A Palazzo d’Orleans intanto si studia un piano d’emergenza per evitare dal prossimo primo gennaio i contrattisti rimangano a casa senza stipendio.

“Siamo dispiaciuti come lavoratori per come Renzi ci ha abbandonato dopo tutto il lavoro fatto anche con il sottosegretario Davide Faraone – dichiara Massimo Bontempo del sindacato precari – non si possono lasciare al loro destino migliaia di persone in questo modo, siamo stati traditi. Prima di esprimere pareri definitivi sul testo del governo regionale, vogliamo leggerlo bene- continua Bontempo – certo dopo trent’anni di lavoro non è pensabile mandare a casa le persone dal primo gennaio. Non possiamo perdere trent’anni del nostro lavoro. Un appello che faccio a tutti i politici regionali e nazionali: evitate disordini sociali. Siamo disperati”.

E’ una prima conseguenza post-referendum. Il caos è scoppiato ieri quando a Palazzo d’Orleans hanno avuto la certezza che l’acelerazione di lavori alla legge di stabilità dovuta alla crisi di governo ha fatto accantonare tutte le norme aggiuntive fra cui quella che riguarda la Sicilia. Il presidente Rosario Crocetta e l’assessore all’Economia Alessandro Baccei stanno cercando di correre ai ripari con una disposizione che prevede il trasferimento del personale alla Resais. Ma con questa soluzione non da certezza che possa essere utilizzata dai Comuni in dissesto.

Ma l’assessore Baccei ha comunque preparato un “paracadute”. Data l’incertezza di un emendamento nella legge di stabilità nazionale che consenta la proroga dei contratti dei precari, Baccei inserirà una norma da portare all’Ars nel disegno di legge sul bilancio provvisorio. La norma prevede in caso di bocciatura da parte dello Stato, il passaggio dei precari alla Resais, evitando la mannaia della legge nazionale sugli enti locali che non consente di prorogare contratti precari dal 1° gennaio 2017.

I lavoratori, che vengono pagati con i fondi regionali per l’80 per cento dello stipendio e per il 20 per cento dai Comuni, verrebbero poi riassegnati agli enti locali. “Assicuriamo – sottolineano dallo staff di Baccei – che lo stipendio attuale dei precari non cambierà e sarà pagato al cento per cento”.

I 40 milioni circa versati dai Comuni, verranno trattenuti dalla Regione dai trasferimenti agli enti locali e girati alla Resais. La norma prevede la proroga dei contratti per tutti fino al 2018, agganciandosi a una legge nazionale che consentirebbe questo passaggio in attesa di coprire gli esuberi delle ex Province negli Enti locali. Per quanto riguarda le stabilizzazione: la Regione prova a forzare la norma nazionale, consentendo le assunzioni nei Comuni che hanno disponibilità in pianta organica anche oltre il blocco del turnover al 25 per cento (cioè per quattro posti in pianta porganica la norma nazionale consente solo una assunzione). Il resto del personale, che non verrebbe assunto ,sarebbe trasferito alla Resais per poi essere riassegnato ai Comuni. nel caso in cui lo Stato impugnasse questa parte della legge regionale, tutto il personale precario, oltre 14 mila unità, transiterebbe alla Resais, che sarà trasformata in una sorta di agenzia, con un contratto a tempo indeterminato e per le stesse ore che svolgono adesso. Ieri la Giunta regionale ha deciso di approvare l’ipotesi Resais e anche l’esercizio provvisorio almeno fino a febbraio, perchè prima è impossibile votare la Finanziaria regionale.

Share
Published by