Venticinque anni fa moriva Libero Grassi, le iniziative in ricordo

Redazione

Palermo

Venticinque anni fa moriva Libero Grassi, le iniziative in ricordo
Il 29 agosto del 1991, la mafia uccideva l'imprenditore che si era ribellato al pizzo. La denuncia arrivò con una lettera pubblicata sul Giornale di Sicilia, in cui scriveva che non "avrebbe mai pagato il pizzo"

29 Agosto 2016 - 09:23

In occasione del 25° anniversario della morte di Libero Grassi, la famiglia dell’imprenditore assassinato da Cosa nostra e Addiopizzo promuovono una serie di iniziative in suo ricordo.

“Oggi sarebbe affiancato da molti colleghi che in questi anni, con l’ausilio del movimento antiracket, si sono finalmente liberati da ogni forma di taglieggiamento, oltre che da migliaia di cittadini pronti a sostenere la sua scelta”, spiega il Comitato di Addiopizzo che invita i cittadini e le istituzioni a partecipare alla giornata di commemorazione di oggi.

Diversi gli appuntamenti. Oggi alle ore 21, nell’atrio della Biblioteca Comunale Casa Professa, sarà proiettato il docufiction “Io sono Libero” (in contemporanea in onda su Rai Uno). In seconda serata su Canale 5, all’interno di ‘Top secret’, il documentario ‘Libero nel nome’ realizzato sei anni fa da Pietro Durante di cui la Taodue ha acquisito i diritti di trasmissione. E sempre la Taodue, come spiega Pietro Valsecchi, sta “ultimando la sceneggiatura del film tv che con la regia di Graziano Diana vedrà Giorgio Tirabassi interpretare il ruolo di Libero Grassi. Questo, dedicato all’imprenditore siciliano sarà uno dei quattro film tv del ciclo ‘Liberi sognatori’ che, insieme alle storie di altri eroi civili come Renata Fonte, Mario Francese, Emanuela Loi, andrà in onda su Canale 5 nella primavera del 2017”.

“Sono due documenti diversi. Quello di Durante è un documentario molto bello, abbiamo lavorato insieme con i giovani di ‘Addio Pizzo’ che mia madre considerava dei nipoti” dice Alice Grassi. “Chi comincia oggi l’attività imprenditoriale non è costretto a scendere a patti con la mafia. Nella Palermo di 25 anni fa l’80 per cento pagava e questo non piaceva certo a tutti. C’era un accordo, pagare tutti per pagare meno e non bisognava rompere gli equilibri, mio padre li ha rotti” sottolinea Alice Grassi che ha visto ‘Io Sono Libero’ prima che fosse pronta per la messa in onda.

“Il messaggio è corretto, spiega bene come sono andate le cose. A me in generale non piacciono le fiction ma ho trovato molto carina l’idea del giovane giornalista che segue la vicenda e poi ho scoperto che Vassallo è una persona deliziosa, uno che ci crede veramente in quello che fa”.

“Anche oggi – aggiunge Alice Grassi – la nostra famiglia non ha voglia di protagonismo. Abbiamo detto no per tanti anni ma quando mio figlio che ha vent’anni, mi ha raccontato che i suoi amici di scuola non sapevano nulla del nonno ho capito che alcuni fatti erano diventati storia ed era giusto farli conoscere. Mi auguro che Rai e Mediaset diano questo materiale alle scuole. Dover ricordare sempre persone uccise è molto triste. Dobbiamo imparare a fare qualcosa perchè questa gente per bene non muoia. La cosa fondamentale è avere appoggio e sostegno dai cittadini quando si è vivi. In un paese corrotto non funziona nulla e ci stupiamo che crollino le case con i terremoti”.

Il Sindaco di Palermo Leoluca Orlando ha partecipato stamani in via Alfieri alla cerimonia commemorativa, dove erano presenti oltre ai figli di Grassi, Davide e Alice, il Presidente del Senato Pietro Grasso e le più alte cariche militari ed istituzionali. Alla cerimonia hanno partecipato anche alcuni commercianti bengalesi che, circa tre mesi fa, si erano ribellati all’imposizione del pizzo a Ballarò e con le loro denunce avevano fatto arrestare gli estorsori.

orlando-grasso“Diventa una testimonianza più chiara di mille parole l’esempio di decine di imprenditori che denunciano il pizzo e si oppongono al controllo mafioso dell’economia. Tra questi, numerosi commercianti palermitani-bengalesi al cui fianco è stata costantemente, e lo sarà ancora, l’Amministrazione comunale, anche costituendosi parte civile nei processi nati dalle loro coraggiose denunce”, ha dichiarato Leoluca Orlando.

“E’ la conferma – ha proseguito Orlando – del cambiamento possibile di questa città rispetto ai terribili anni nei quali la mafia governava Palermo, lasciando nell’isolamento quanti, nel palazzo di giustizia, nella curia, nei palazzi della politica e dello Stato e nel mondo dell’imprenditoria, tentavano di contrastare l’egemonia politico-affaristico-mafiosa, divenendo bersaglio di uno Stato e di una città che aveva, come in pochi denunciavamo, il volto della mafia. Sia chiaro: la mafia esiste ancora – ha concluso Orlando – ma grazie allo smantellamento di quel sistema politico-affaristico-mafioso, non governa più Palermo”.

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