Quando la politica monrealese si fa all’ombra del “Pupo”

Raimondo Burgio

Matita di Legno

Quando la politica monrealese si fa all’ombra del “Pupo”
La politica monrealese sta smarrendo il suo prestigio nelle beghe sempre troppo piccole per perdere di vista l’idea di “rappresentare valori e interessi generali”

28 Febbraio 2016 - 11:23

Una doppia sfida in cui la Giunta mette in gioco se stessa contro le forze interne che la stanno disgregando e aggressioni che vengono da fuori. E’ il momento in cui il direttore delle fila, il sindaco, deve investire le proprie forze in altre risorse, che sono fatte maggiormente di idee, di rivalutazione dei patrimoni, di cultura e suggestioni, perché l’anima laboriosa e vitale della città possa trasmettere un impulso a tutto il sistema urbano.

Possiamo incarnare anche noi “l’Italian way of life”? Talenti con schiene curve nei laboratori fatte di novelli ingegneri artigiani che guardano al mondo e lo sfidano perché in grado di fabbricare i sogni e poi realizzarli con caparbietà. Vorremmo emozionarci di fronte una ostinata voglia di fare e di vincere le scommesse, vorremmo poter raccontare un giorno, che i germogli di oggi, hanno fatto esplodere i frutti di una terra in cui può rinascere una rinata cultura antica che parla in fondo di noi stessi.

La politica monrealese sta smarrendo il suo prestigio nelle beghe sempre troppo piccole per perdere di vista l’idea di “rappresentare valori e interessi generali”. Quali essi siano, suppongo sia chiaro a tutti: creare risparmio, ottimizzare le spese, creare visibilità alla città da vero polo attrattivo turistico cui ambisce, indurre la produttività, risolvere le criticità infrastrutturali. Ma a gran voce vogliamo che ciò accada in tutto il territorio troppo esteso e troppo abbandonato. Tutto è centro e tutto è periferia come nella logica di un cosmo labirintico medievale.

Ma la politica, il Governo, la Giunta comunale, dovrebbe essere il primo interprete cui chiediamo di avere uno sguardo più lungo e meno ossessionato dalla ricerca dell’immediato facile consenso autoreferenziale. E’ curioso come nel recente braccio di ferro tra le anime interne del Pd o sulla nomina degli assessori, nessuno abbia notato che stiamo perdendo di vista l’anima stessa di Monreale costituita da persone che vivono male la quotidianità. Mi domando sempre più spesso se gli addetti (i cosiddetti impiegati e i politici) pensino mai alla “pancia dei cittadini” intesa come umore e consenso o piuttosto non percepiscano come il lassez faire attivi un fenomeno di regole diseguali, di effetti economici sociali ed economici opposti e crei una generazione di “cittadini in attesa”.

Avevo voglia di mettere giù un editoriale come questo e lo sto facendo solo adesso perché ho avuto modo di sentire quanto consenso crescente ci sia dietro la mia “matita”. Mi pare corretto farvi notare quanto sia deprecabile fare politica girando alla maniera peripatetica intorno al “pupo della piazza”. Per lo stesso motivo questa testata giornalistica non pubblica pedissequamente i comunicati stampa, ma li rielabora cercando di fare la cronaca di un fatto concreto e degno di nota e porgendo la notizia. Non faremo da megafono alle tante voci quando non vi sia certezza dei fatti e riscontro fondato e ci piace continuare seguendo questa linea editoriale. Per dirla parafrasando Baricco, bisogna “Conoscere il segreto delle storie per comprendere la società. Rintracciare il filo delle diverse incarnazioni della stessa storia, per arrivare al cuore dei fatti che stiamo vivendo”.

E mi piacerebbe poter raccontare già domani che qualcosa si muove nella direzione tracciata nelle dichiarazioni programmatiche di questa amministrazione. Ma l’aspetto che più amerei, sarebbe legato alla risoluzione delle emergenze primarie di una città come la nostra: e penso all’efficientamento energetico, alla gestione sostenibile dei rifiuti, alla cura di cospicue politiche di welfare, al progetto per una smart city (città confortevole) disegnata intorno le prerogative Unesco.

La notizia di oggi (come poi accade troppo spesso), farà aprire un dibattito che poi troverete esploso nelle tante sfaccettature e declinazioni magari sui social e sugli altri giornalini online, ma a noi (e a me in particolare) piace così. Fare da apripista è sempre la cosa più stimolante.

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2 commenti a “Quando la politica monrealese si fa all’ombra del “Pupo””

  1. sara cacioppo ha detto:

    La politica si sa e’ molto lontana dai cittadini e dimentica ,strada facendo, le promesse fatte in campagna elettorale!!vedo i nostri amministratori a volte confusi , incapaci di scegliere, tra i tanti problemi esistenti , quelli che sono prioritari per il bene dei cittadini!!allora io inviterei gli amministratori e i partiti che partecipano al governo della citta a fare chiarezza al loro interno, a confrontare le idee , i progetti, a stabilire le priorita’ , a rileggere i loro programmi elettorali ,ad ascoltare i cittadini e ad unirsi per dare risposte e realizzare ,almeno in parte, quanto avevano promesso!!!

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