Rapinano l'Unicredit di Vita, rocambolesco inseguimento e due arresti da parte dei Carabinieri

Redazione

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Rapinano l'Unicredit di Vita, rocambolesco inseguimento e due arresti da parte dei Carabinieri
Caccia al terzo complice. Bottino, 7.000 euro

18 Gennaio 2016 - 00:00

Ore 15,10 del giorno 5 gennaio, vigilia dell’Epifania a Vita, piccolo centro dell’entroterra trapanese, tre persone con il volto parzialmente travisato fanno irruzione all’interno della locale agenzia della banca Unicredit e, dopo aver minacciato verbalmente il personale dipendente, si fanno consegnare 7.000 euro in contanti. Compiuta l’azione criminosa, i tre malviventi si danno alla fuga a bordo di un’autovettura di colore bianco, ma le telecamere di video-sorveglianza della banca hanno ripreso tutto: viene subito dato l’allarme e scattano le ricerche dei tre rapinatori. I militari dei Comandi Provinciali di Trapani e Palermo ed in particolare, delle stazioni Carabinieri di Vita e di Castellammare del Golfo, dell’aliquota Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Carini, dell’aliquota operativa delle Compagnie Carabinieri  di Cefalù e di Misilmeri, bloccano le principali arterie stradali e autostradali, cercando di intercettare l’autovettura in uso ai rapinatori in fuga ed è proprio sull’autostrada A 29 Palermo – Trapani, in direzione di Palermo ed all’altezza dello svincolo di “Carini”, che i militari intercettano l’auto segnalata e, dopo un rocambolesco inseguimento, riescono a fermarne la corsa. A bordo due dei tre autori del colpo: Giuseppe Prestigiacomo, classe ’70 e Rosolino Manca, palermitano classe ’63, addosso ai quali i militari rinvenivano parte della refurtiva: più banconote trattenute ancora da elastici e grappette dell’istituto di credito. A fronte di quanto avvenuto, Prestigiacomo e Manca venivano dichiarati in stato di arresto con l’accusa di rapina aggravata in concorso e, quindi, rinchiusi presso la casa circondariale di Palermo “Pagliarelli”. Dopo la convalida degli arresti, veniva applicata a entrambi la misura della custodia cautelare in carcere.  Sono ancora in corso le indagini per identificare il terzo complice.

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