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Rapina due uffici postali in dieci minuti, arrestato

È stata una lunga e complessa attività di indagini quella che ha portato gli agenti della Polizia di Stato in servizio presso la Squadra Mobile della V Sezione “Reati contro il patrimonio” ed i Carabinieri del Nucleo Investigativo Sezione Antirapina di Palermo, ad eseguire congiuntamente un’ordinanza di custodia cautelare in carcere  a carico di Giovanni Arini, 25enne, quale autore di due violente rapine ad altrettanti Uffici Postali del capoluogo, consumate nello scorso mese di luglio. Il provvedimento è stato disposto dal Gip del Tribunale di Palermo, Lorenzo Jannelli che ha condiviso le risultanze investigative prodotte dai Carabinieri e Polizia di Stato. Arini, il 25 luglio scorso, poco dopo l’apertura dell’ ufficio postale di via Brunetto Latini, si faceva largo tra gli utenti fingendosi un cliente. Indossato un casco da motociclista, con risolutezza, si dirigeva verso le casse, minacciava di morte i dipendenti e, brandendo un punteruolo, si faceva consegnare il denaro contenuto nelle casse pari a circa 550 euro, per poi uscire frettolosamente dai locali. Sul posto interveniva personale dei Carabinieri che raccoglieva le testimonianze dei presenti, acquisendo i video del sistema di sorveglianza all’interno dell’ufficio postale. Quasi contestualmente, a soli dieci minuti di distanza dalla rapina in via Brunetto Latini, la Sala Operativa della Polizia di Stato segnalava un’altra rapina consumata ad un ufficio postale, questa volta in via Eugenio l’Emiro. Ad intervenire, questa volta erano agenti della Polizia di Stato, che  nell’immediatezza dei fatti, apprendevano dai testimoni della presenza di un giovane che, dopo essersi confuso tra gli utenti, con un guizzo improvviso, si dirigeva verso le casse minacciando di morte i dipendenti con un punteruolo. Praticamente identico il “modus operandi” utilizzato nel precedente assalto. L’abile rapinatore, riusciva a arraffare un magro bottino di circa 350 euro, ma, stavolta, il suo piano di fuga subiva un intoppo, non ottenendo lo sblocco immediato delle porte a doppio consenso. Arini prendeva così in ostaggio un cassiere e lo liberava a fuga garantita, qualche secondo dopo. Anche in questo caso, i poliziotti acquisivano le immagini del sistema di videosorveglianza dell’ufficio postale indispensabili per identificare l’autore del colpo. Dinamica e tempistica dei due eventi criminosi lasciavano pochi margini di dubbio alla comune matrice. Arini, volto noto alle forze dell’ordine per i suoi trascorsi criminali, veniva riconosciuto dagli investigatori che, in stretta collaborazione investigativa, accertavano, per altro, come il rapinatore in entrambi gli assalti, indossasse gli stessi indumenti. Tra l’altro, dalla visione dei fotogrammi della prima rapina, è emerso come  all’interno dell’Ufficio postale di via Brunetto Latini, avesse fatto accesso anche la madre di Arini.

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