"Quando i bambini giocavano per strada", le foto di Gigi Petyx incantano lo Steri

Palermo

"Quando i bambini giocavano per strada", le foto di Gigi Petyx incantano lo Steri
Manifestazione di chiusura con gli scatti del fotoreporter palermitano

18 Gennaio 2016 - 00:00

La trottola, la campana, le biglie, la cavallina. E ancora nascondino, mosca cieca, bandiera, acqua fuoco e fuochino. C’era un tempo in cui i bambini si divertivano con poco, un tempo in cui la povertà era fonte di ricchezza. In quegli anni, che in Sicilia durarono a lungo, i bambini giocavano per strada. Bastava poco, veramente poco, per accendere la fantasia e la creatività: piccole pietre, gessetti, pezzi di legno, corde e si era pronti – magicamente – per divertirsi tutti insieme. Si dice che il gioco sia figlio del suo tempo e le fotografie di Gigi Petyx ne sono una dimostrazione concreta. È stato proprio questo, infatti, il tema dell’appuntamento di chiusura de “Le vie dei Tesori”, “Quando i bambini giocavano per strada”. Uno spettacolo che ha visto alternarsi ieri sera, in una colma Sala Magna dello Steri, alla presenza, tra gli altri, del rettore dell’Università di Palermo, Roberto Lagalla, le immagini in bianco e nero del fotoreporter palermitano, la voce recitante di Lia Rocco e la musica della Compagnia di canto popolare di Favara. Immagini per ripercorrere un tempo che fu. Bambini sorridenti sui loro cavalli a dondolo, pattini rudimentali costruiti con tavole di legno e rotelle, il gioco del “acchiana u patri cu tutti i so figghi”, vera sfida di resistenza, carcasse di automobili che si trasformano in un momento di divertimento e aggregazione, per entrare, anche solo per un istante, nel mondo dei grandi. Ad intrattenere i presenti con la loro musica e le filastrocche antiche, che hanno riportato tutti per una sera indietro nel tempo, Maurizio Piscopo alla fisarmonica, Giuseppe Calabrese alla chitarra, Nino Nobile al mandolino, Mimmo Pontillo agli strumenti a plettro, Pasquale Augello alle percussioni. Chiamato ad intervenire, Gigi Petyx ha raccontato un simpatico aneddoto. “Un giorno mi trovai a Partinico con il mio collega Mario Farinella – ricorda -, arrivammo di sera. C’era Danilo Dolci con i contadini, nel periodo in cui faceva i digiuni. Dopo un intervento di Farinella, Dolci, che conoscevo già bene, mi chiese di dire qualcosa. A quel punto io dissi che l’unica cosa con cui potevo esprimermi erano le mie fotografie. E per me anche oggi è così”. (Fonte e foto, Rosaura Bonfardino per Cronopolitica.it)

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