Palermo, viaggio nel centro commerciale della mafia

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Palermo, viaggio nel centro commerciale della mafia
In via Pitrè il polo commerciale sequestrato è teatro di combattimenti clandestini tra cani ed affari loschi

18 Gennaio 2016 - 00:00

Combattimenti clandestini tra cani, affari loschi, spaccio, ritrovo dei barboni. Era stata concepita come un polo commerciale fiore all’occhiello di Palermo. Invece, la struttura che si trova a Palermo, in via Pitrè, zona catacombe, è diventata il simbolo della decadenza. Un centro commerciale, anzi il primo centro commerciale della città, che non è mai stato inaugurato. Questo perché si scoprirono vari inghippi. I soliti, potremmo dire. La Magistratura mise i sigilli e sequestrò l’intera area. Ma questa operazione non fece altro che distruggere l’intero polo commerciale ormai quasi terminato. I parcheggi sotterranei, la vasta area verde appena alle spalle, l’intera struttura per quei tempi, oltre 20 anni fa, super moderna. Tutto venne sigillato in attesa di novità, che, a distanza di oltre due decenni, non ci sono mai state. La struttura è sempre sotto sequestro. Ma i vandali hanno fatto razzia di tutto quello che potevano. Dal rame dell'impianto elettrico, ai bagni, ai mobili. Ci siamo recati sul posto dopo numerose segnalazioni di residenti stufi di assistere a quello scempio. L’area verde, dopo la nostra segnalazione, è stata immediatamente bonificata. “Qui, però – afferma Silvio Moncada, presidente della IV Circoscrizione – abbiamo chiesto che venga realizzata una villa ed un parcheggio per le decine di pullman che vengono in visita alle Catacombe. Con dei punti ristoro, sarebbe un bel posto dove accogliere i turisti”. Per quanto riguarda il centro commerciale, la situazione appare più complessa. L’ingresso continua a rimanere vietato. Ma, come raccontano i residenti, lì c’è addirittura chi ha preso possesso di alcune strutture trasformandole in veri e propri appartamenti. “Di notte vediamo molto movimento – dice un residente -. Possibile che le Forze dell’Ordine non possano fare qualcosa”? Ci sconsigliano di scavalcare ed accedere all’interno della struttura, “perché ci sono decine di cani randagi, alcuni molto aggressivi”. Ci fidiamo del consiglio. Dall’esterno la situazione appare grave. Manca praticamente tutto l’impianto elettrico e sono evidenti i danni strutturali, causati da lanci di pietre o tentativi di furto andati a male. Da lontano si sentono abbaiare dei cani. Sono i randagi, oppure sono quelli custoditi da chi fa i combattimenti clandestini? “La situazione è molto complessa – dice Moncada -. Il Comune di certo non acquisirà un bene in queste condizioni. Ci vorrebbe l’intervento di un privato che prenda il bene, gratuitamente e lo sistemi. Trasformarlo in un centro commerciale avrebbe un senso anche oggi”. La zona, infatti, è molto popolata e accoglie migliaia di turisti. “Il problema, però – conclude Moncada – è sempre la Magistratura. Se non sblocca la situazione, tutto continuerà a peggiorare. Noi vigileremo perché qualcosa finalmente possa cambiare”. (LE FOTO DEL SERVIZIO SONO DI VINCENZO GANCI)

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