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Palermo, allo stadio nonostante il Daspo: arrestato dalla Polizia

Stava assistendo alla partita di coppa Italia tra Palermo e Avellino nonostante il provvedimento di Daspo (Divieto di accesso a luoghi ove si disputino manifestazioni calcistiche) a suo carico. Provvedimento di durata quinquennale, emesso dal Questore di Palermo, nell’agosto del 2010 ed in vigore fino al 31 agosto 2015. Protagonista della vicenda Nicolò Buscemi, pluripregiudicato palermitano di 49 anni. Lo scorso 15 agosto, l’uomo è stato individuato da personale della Digos, all’interno della curva sud dello stadio “Renzo Barbera”, in occasione dell’incontro di calcio Palermo-Avellino, valevole per il terzo turno di Coppa Italia. Per questioni di sicurezza ed incolumità riguardanti gli altri spettatori, gli agenti, durante il primo tempo, non hanno mai perso di vista il pregiudicato e lo hanno bloccato e condotto presso gli uffici del posto di Polizia dello stadio, nel corso dell’intervallo. “Buscemi che annovera un curriculum criminale di tutto rispetto – spiegano dalla Questura -, arricchito da precedenti penali, tra l’altro, in tema di rapine e produzione e spaccio di stupefacenti, nel 2010, fu colpito da provvedimento di Daspo quinquennale, in occasione di tafferugli verificatisi a seguito della partita di calcio Palermo-Maribor di Uefa Europa League”. Il provvedimento, notificato nei primi giorni di settembre del 2010, vietava a Buscemi di accedere per cinque anni a luoghi dove si fossero disputati incontri calcistici e gli prescriveva di presentarsi alla Polizia Giudiziaria, in occasione di ogni incontro del Palermo Calcio. “Quel provvedimento – continuano dalla Questura -, Buscemi, domenica lo ha violato facendo ingresso allo stadio e così, come disposto dalla legge, è stato punito con l’arresto. Il provvedimento di arresto è stato convalidato dall’Autorità Giudiziaria, adesso – concludono dalla Questura – è in fase di valutazione la possibilità di emettere nei confronti di Buscemi un nuovo Daspo la cui durata, così come disposto dalle recenti modifiche di legge, potrebbe estendersi fino agli otto anni". (FOTO GIOVANNI PRINZI)

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