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"Non si sa come", recensione dello spettacolo di Pino Caruso

Si sono concluse ieri, con l’appuntamento pomeridiano, le repliche dello spettacolo “Non si sa come” diretto interpretato da Pino Caruso e prodotto dal Teatro Biondo Stabile di Palermo. Un imponente piano inclinato occupa tutta la scena. Il progetto dello scenografo Enzo Venezia, rafforza la naturale tendenza all’instabilità mentale dei quattro personaggi, Romeo e Bice Daddi e Giorgio e Ginevra Vanzi facendoli apparire sospesi a mezzaria come in un sogno. Sulle linee oblique di una scenografia minimale, gli attori appaiono come sdraiati su un enorme lettino da psicoanalisi e lo spettatore può persino immaginare di essere Freud. Monologhi e paranoiche conversazioni si alternano ripetendosi, come biglie in discesa libera rotolano velocemente e trascinano lo spettatore stanco nel caos del flusso di coscienza. Romeo Daddi racconta confondendoli delitti del passato e tradimenti del presente, espone arzigogolate congetture sulla differenza tra realtà e finzione, “è impazzito!” affermano tutti i personaggi almeno una volta ma è la precisione della sua follia nella performance magistrale di Pino Caruso ad assicurargli un clamoroso applauso del pubblico in sala. Accademiche ed essenziali le interpretazioni di Giusi Cataldo, Alessio Di Clemente e Manuela Muni talvolta eccessivamente realistiche data l’intrinseca dimensione dell’assurdo del testo pirandelliano. Al termine dello spettacolo il regista è sceso in platea ed ha ringraziato personalmente il pubblico in sala e simbolicamente tutto il pubblico teatrale italiano augurandosi con un sorriso l’incremento della partecipazione popolare a tutte le manifestazioni culturali perchè, proprio come è successo a lui, “la vita si impara a teatro”.  (FOTO TEATRO BIONDO STABILE)

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