Monreale ricorda il giudice Borsellino: ma non c'era nemmeno un cittadino

Simone Marchese

Cronaca

Monreale ricorda il giudice Borsellino: ma non c'era nemmeno un cittadino
Cerimonia brevissima: presenti solo le autorità civili

18 Gennaio 2016 - 00:00

Una commemorazione “In famiglia” e brevissima. A piazza Inghilleri si commemora il giudice Paolo Borsellino, ucciso dalla mafia nella strage di via D’Amelio a Palermo il 19 luglio del 1992. Borsellino fu pretore a Monreale per dieci anni circa e lavorò al fianco del capitano Emanuele Basile. Ma stamattina, Monreale ed i monrealesi sembrano essersi dimenticati del giudice. Alla commemorazione non era presente nessun cittadino. C’erano solo il sindaco Piero Capizzi, gli assessori Giuseppe Cangemi, Nadia Granà, Pippo Lo Coco, Sandro Russo, Nicola Taibi e Ignazio Zuccaro, il presidente del consiglio comunale Giuseppe Di Verde, il vicecomandante della polizia municipale Mario Cusimano, il comandante della stazione del carabinieri Gianluca De Venuto, il gruppo dei carabinieri in congedo, la sezione di Monreale ed i consiglieri comunali Mimmo Gelsomino, Manuela Quadrante e Giuseppe Guzzo. Poi nessun altro: nessuna alta carica dei Carabinieri né rappresentanti della Curia. E forse il giudice Borsellino non si meritava di essere dimenticato così in fretta dai monrealesi…   IL COMMENTO DEL DIRETTORE Stamattina la commemorazione al giudice Paolo Borsellino a Monreale a piazza Inghilleri ha regalato un’altra pagina, definiamola grigia, della storia del nostro Comune. Non c’era nessun cittadino presente alla cerimonia di commemorazione che, a onor del vero, è stata organizzata dal Comune, nel giorno sbagliato. La strage di via D’Amelio, infatti, è avvenuta il 19 luglio e non il 18. In piazza Inghilleri non abbiamo contato un solo monrealese. E lo scriviamo nell’articolo. Ma, leggendo i commenti sulla nostra pagina facebook, e riflettendo, i cittadini monrealesi hanno pienamente ragione: “Non siamo stati avvisati”, dicono. E, da questo punto di vista, hanno pienamente ragione. Il Comune non ha fatto un solo manifesto da mettere in piazza, o distribuire nei locali. Nessuno poteva sapere di questa cerimonia, che è rimasta “in famiglia”. Non si può solo fare affidamento sui giornali. Per questo la cerimonia è rimasta “in famiglia”. Forse, avvisando in tempo, avremmo visto molti monrealesi rendere omaggio al giudice Paolo. Che merita di essere ricordato nel migliore dei modi. 

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