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Monreale, la rapina al tabacchi di via Aldo Moro, parla il titolare

Ancora una rapina. Ancora un commerciante “sotto attacco”. Le cronache monrealesi cominciano a diventare preoccupanti. Un paio di mesi fa la notizia di un supermercato forzato e depredato proprio su un' arteria principale del Paese; poi la vicenda della gioielleria, depredata utilizzando un’auto per sfondare la vetrina. Come al solito nessuno ha visto o sentito niente. Sintomo preoccupante di una decadenza culturale. Ieri l’ennesima rapina. Per fortuna solo tentata, ai danni di una rivendita di tabacchi di via Aldo Moro. E sventata grazie al coraggio di un ragazzo, Biagio Autovino, che non ci ha pensato due volte a scagliarsi contro i tre malviventi. Che ormai non si fanno fermare nemmeno dalla luce del sole, quasi come se Monreale fosse terreno fertile per raccogliere indisturbati i suoi frutti. Qui si sono presentati all’interno del Tabacchi, mostrando armi a gente che si trova li solo ed esclusivamente per lavorare. Ma stavolta non hanno fatto bene i conti, hanno tralasciato un piccolo dettaglio. Siamo tornati sul posto. C’erano tante persone sul posto, i clienti abitudinali a dar conforto. Biagio Autovino, vero protagonista della vicenda, visibilmente provato, ma soddisfatto del gesto compiuto; grazie al suo coraggio i delinquenti, nonostante armati di grossi coltelli, sono stati messi in fuga. Biagio cosa è successo? “Ho visto uno strano movimento fuori del mio negozio. Questi tre tizi parlavano fra di loro con fare sospetto, ma non avrei mai immaginato che stavano pianificando un attacco. Dopo pochi attimi li vedo irrompere all'interno brandendo grossi coltelli, sembravano pugnali, puntandoli verso mia madre che era alla cassa". Cosa le ha fatto scattare questa “molla del coraggio”? "Si è svolto tutto in una frazione di secondo. Le urla di terrore di mia madre, ho scavalcato il bancone per gettarmi addosso ad un malvivente per riuscire ad allontanarlo il più possibile dalla mamma. Ma non hanno avuto nemmeno il coraggio di dire “Dateci i soldi”, che hanno gettato a terra una pila di riviste e si sono dati alla fuga". In quegli attimi, ha percepito la paura? "Non hai il tempo di avere paura, agisci e basta. Li ho perfino inseguiti fuori e nonostante il sovrappeso di uno dei tre, correvano come dannati. Un mezzo li attendeva nella stradina poco più avanti che ne ha facilitato la fuga". Spesso si da la colpa di questi gesti a "pendolari in trasferta", cosa ne pensa? "Credo che il loro volersi coprire il volto abbia un senso logico, saranno comunque le autorità competenti ad approfondire sperando che riescano a consegnare i responsabili alla giustizia quanto prima. L'importante è che nessuno abbia riportato ferite. Rimane solo un grande spavento". IL COMMENTO DEL DIRETTORE Il gesto di Biagio è stato di quelli rischiosi. Di quelli che tutte le Forze del’Ordine ti dicono di non fare: non reagite, assecondate i ladri e state calmi. Noi, però, non ci sentiamo di condannare il gesto fatto da un ragazzo per difendere la propria mamma prima e quei soldi guadagnati onestamente e con fatica, poi. Biagio è stato fortunato. Perché di fronte si è trovato tre ragazzi sprovveduti, probabilmente poco inclini al “mestiere del ladro” e forse, “figli di questi tempi bastardi”, permetteteci il termine. Ragazzi allo sbando, senza una ragione di vita, che preferiscono rischiare una rapina, spacciare, fare i furbi a senso loro, per avere tanti soldi, maledetti e subito. Non riescono a capire il valore di questi fogliettini colorati, guadagnati con la fatica, da chi lavora onestamente, si alza ogni mattina alle 5 e finisce di lavorare la sera tardi. A Monreale, c’è qualcosa: c’è una decadenza culturale, intanto. Che non è solo rappresentata da questi inetti che terrorizzano i commercianti e compiono rapine su rapine. È dimostrata anche da chi si gira dall’altro lato, fa finta di non vedere e di non sentire. Biagio rappresenta la bellissima eccezione. Non si può stare solo a guardare. Le Forze dell’Ordine faranno il loro corso e siamo certi che assicureranno i tre alla giustizia. Nel frattempo, però, tutti, dovremmo ricominciare ad impossessarci di nuovo della nostra città. Con i piccoli gesti. Dire “lo faccio perché lo fanno gli altri” è già sintomo di menefreghismo. D’altronde chi vuole approfittare della situazione non aspetta altro. A noi, certe volte, basterebbe semplicemente una chiamata al 112 per risolvere tante cose. Girarsi dall’altro lato e dire “non mi immischio” è fare il loro gioco. Monreale ha bisogno di più “Biagio”. 

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