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Monreale, la città dove tutto è lecito

Per una volta ci spogliamo dalla deontologia e dalla professionalità che ci hanno sempre contraddistinto. Lo facciamo perché siamo stufi e stanchi di raccontare sempre le stesse cose. Voi lettori siete i nostri collaboratori preferiti e ci riempite di mail e messaggi per segnalarci disservizi, disagi, problemi che noi cerchiamo, nel nostro piccolo, di far risolvere, spronando l’amministrazione ad un intervento più o meno rapido. Ancora una volta siete voi i protagonisti. Due foto arrivano nella nostra mail: “C’è un matrimonio al Duomo e le macchine sono parcheggiate ovunque”, recita la didascalia. Un attimo e siamo in piazza anche noi. È davvero così: auto all’interno della Zona a Traffico Limitato. In barba al divieto; in barba ai vasi che dovrebbero impedire l’accesso alle auto; in barba alle decine di turisti; in barba ai proprietari delle bancarelle; in barba all’Unesco; in barba al senso civico. Monreale sarà Patrimonio dell’Umanità a luglio. Un riconoscimento che, lasciatecelo dire, in questo momento non ci meritiamo. Non lo meritiamo noi che la viviamo ogni giorno e non lo merita nemmeno chi questa città l’amministra. Dal sindaco, agli assessori, ai consiglieri. Nessuno si salva. Una città che vive e si trascina sempre alla solita maniera, tra “amici”, “cugini” “parenti di”, ecc ecc. Tutti pensano che essendo monrealesi sono nel diritto di fare ciò che gli pare. La città è la loro, parcheggiano come gli pare tanto conoscono il vigile e non c’è il carro attrezzi… Ztl? “Io abito lì e metto la macchina lì”, ecco un tipico discorso. Centro storico chiuso? “Ma diciamo vero?” Zona rimozione, sosta selvaggia, parcheggio sul marciapiede. Quanti non lo hanno mai fatto. Le colpe sono distribuite equamente. Da noi monrealesi che facciamo finta di non conoscere le regole; dalla polizia municipale che troppo spesso chiude gli occhi (sono pochi, è vero, ma non può essere sempre una giustificazione); dall’amministrazione comunale, in testa il sindaco Piero Capizzi e l’assessore Ignazio Zuccaro che non usano un po’ di più il pugno di ferro; delle altre Forze dell’Ordine, Carabinieri in testa, che non collaborano a questo percorso di civilizzazione del nostro comune. Come prassi avremmo dovuto sentire il sindaco o l’assessore. Per sentirci dire, in fondo sempre le solite cose: “Provvederemo, potenzieremo i controlli, ecc ecc”. Non ci importa che in Duomo si stava celebrando un matrimonio: facciamo solo gli auguri agli sposi. Le regole valgono per tutti e sempre. Perché quando ci troviamo altrove e diciamo “com’è pulito qui”, o “che bello camminare senza auto”, beh, fermiamoci a pensare che tutto questo dipende solo da noi. Ci aspettiamo un segnale da parte di tutti, adesso: dai monrealesi che inizino ad avere ben chiaro cosa vuol dire far parte dell’Unesco e dell’amministrazione che le regole le faccia rispettare. Sempre.

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