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Monreale, amministrative 2014, il Movimento 5 Stelle c'è. Ecco Fabio Costantini

Abito “spezzato”, occhiali scuri, una sciarpa al collo. Gentile e pacato come sempre, Fabio Costantini ci accoglie con il solito sorriso. Scegliamo un bar per la nostra chiacchierata. Senza fronzoli, senza invettive, senza mai uscire dai toni. Piacevole. Si discute di tutto. La sua candidatura sarà ufficializzata domenica alle 11 in piazza, quando sarà allestito un banchetto e ci saranno anche dei parlamentari all’Ars del Movimento 5 Stelle. Certa la presenza di Giancarlo Cancelleri, in dubbio quella del neo-portavoce Francesco Cappello. Costantini, a Monreale la parola “cambiamento” è quella più abusata in questo periodo. Lei quanto crede che i monrealesi abbiano voglia di cambiare? “La gente spera che la condizione di vita possa migliorare, anche se sono consapevoli che molte scelte sono fatte a livello centrale e non a livello locale. Il periodo di crisi c’è, inutile negarlo, ma proprio per questo le poche risorse disponibili non vanno sprecate e, soprattutto, la tassazione non deve essere un sistema depredatorio delle famiglie, mi riferisco alla Tarsu ed alla Tares, per esempio. Proprio in questo campo, le amministrazioni locali hanno un potere decisionale non indifferente” Si parla di cambiamento, ma i nomi che circolano sono quelli dei “soliti noti”… “Ci sono tutti i vecchi politici che stanno cercando di rigenerarsi nascondendosi dietro la maschera delle liste civiche. Ma a mio avviso, sono gli stessi responsabili di quella che è la situazione attuale del nostro paese. Per altro non capisco come il monrealese possa dargli credito…” Parliamo un po’ dei suoi “rivali”. Che idea si è fatto del “pasticcio” del Pd? “Non mi sorprende. Il quadro era chiaro sin da giugno, poco prima delle primarie. Cambiano tutto perché non cambi nulla, volendo fare una citazione. Di Salvo o Capizzi? Non temo nessuno. Credo che siano i monrealesi a temere Di Salvo e Capizzi”. Della candidatura di Arcidiacono, cosa ne pensa? “Lui è un soggetto non molto navigato in politica. Ma nonostante la sua giovane età intesa in senso politico, mi chiedo dove sia la linea di demarcazione netta tra lui e Di Matteo, visto che dice di dissociarsi da chi amministra oggi la nostra città, ma, in consiglio comunale, poi, vota a favore della maggioranza”. Anche Caputo è sceso di nuovo in campo e presenterà un suo candidato. La storia si ripete?   “ Sono convinto che in questa tornata elettorale il candidato caputiano non troverà nessuno spazio. Non si ripeterà la “storia Di Matteo””. Si aspettava la ricandidatura di Di Matteo? “Lui è il sindaco uscente. Detiene lo scettro del potere ed ha ancora la possibilità di accattivarsi le simpatie dei cittadini. Credo che alla fine dirà la sua. Da vecchio politico qual è sa benissimo che ricandidarsi è il modo con cui non ammettere la sconfitta politica”. Lo sfacelo in cui è ridotta Monreale è solo colpa di Di Matteo? “È sufficiente dire che il sindaco non ha mantenuto uno solo dei numerosi impegni promessi in campagna elettorale. Non ha mai capito le difficoltà di questa comunità, non è stato vicino ai problemi dei monrealesi. È stata un’amministrazione cieca a spettacoli indecorosi (vedi emergenza rifiuti) e sorda alle richieste dei cittadini. È stato sin troppo facile trincerarsi dietro al “non ci sono soldi o non ci sono fondi”. Se ben gestititi i soldi ci sono ed i fondi si possono sempre trovare. L’esempio della riparazione del tetto di Villaciambra calza a pennello”. Poi arriva il Movimento 5 Stelle. Ma perché avete impiegato così tanto ad “uscire fuori? “L’obiettivo degli attivisti del Movimento non è di certo la poltrona. Non è un traguardo, ma un punto di inizio, qualora si decidesse di affrontare i problemi dall’interno. Noi abbiamo sempre dimostrato che è possibile anche affrontare i problemi dall’esterno. In un solo anno di presenza qui a Monreale abbiamo fatto molto di più di quanto hanno fatto i consiglieri in 5 anni, dimostrando che anche dall’esterno si possono risolvere i problemi”. E come mai la scelta è ricaduta su Fabio Costantini? “Sono uno dei fondatori del Movimento qui a Monreale e poi è stata una decisione dell’assemblea. Da noi non sono permesse autocandidature, ma i nomi vengono designati dall’assemblea e poi votati”. Si parla però di acque agitate in casa del Movimento. È possibile una scissione? “Per quale motivo? Comunque quando davanti si pongono dei detrattori è segno che siamo sulla strada giusta. In ogni caso è impossibile che ci sia una seconda lista del Movimento 5 Stelle. Presenteremo una sola lista senza liste civetta o collegate”. Se dovesse diventare sindaco, quali sarebbero i provvedimenti che metterebbe in pratica nei primi 100 giorni? “Il programma elettorale sarà comunicato domenica. Posso dire che sicuramente metteremo mani immediatamente sulla vicenda rifiuti, tema molto caro al Movimento, per dimostrare che è possibile fare una raccolta differenziata come si deve. Poi, per quanto riguarda il piano occupazionale e reddituale, ci dedicheremo al piano turismo, una situazione che in questo momento ci sta creando parecchi grattacapi con l’attuale amministrazione”. Degli Aro che ne pensa? “Beh, al momento pare valga l’equazione Ato sta ad Alto Belice Ambiente come Aro sta ad Srr. Dipende da come si vogliono gestire le cose. L’aro, però, potrebbe avere note positive, visto che è circoscritta al solo territorio di Monreale. Ma credo che sia necessaria più autonomia per alcune cose”. Poco fa citava il turismo. Cosa bisogna fare per riattivare questo meccanismo che sembra inceppato? “Intanto bisogna fare qualcosa per fare in modo che la permanenza del turista a Monreale sia prolungata. Oggi i turisti che visitano il Duomo, perché pensano che ci sia solo quello, arrivano soprattutto dalle crociere. Bisogna creare una sorta di indotto, coinvolgendo anche le frazioni. Il Comune deve diventare una sorta di organizzatore di eventi, non solo dal punto di vista religioso/culturale, ma anche e soprattutto dal punto di vista eno-gastronomico. C’è l’idea di poter lanciare la sagra del pane di Monreale, famoso in più parti del comprensorio, una sorta di fiera itinerante che coinvolga parecchi luoghi. Non occorrono tante risorse, si tratta solo di saperla organizzare”. Non crede sia necessaria anche una sorta di “rivoluzione interna”? Mi riferisco per esempio alla situazione della polizia municipale senza un “vero” comandante da sette anni, con le risorse ridotte al lumicino, ma poi anche agli stessi uffici dell’amministrazione, con un cambio, magari, in alcuni ruoli chiave? “Il problema della polizia municipale va affrontato con coraggio. Il comandante è necessario. Poi, per quanto riguarda per esempio il segretario generale, la nomina è implicita con l’arrivo del nuovo sindaco. Sono dell’idea che bisogna modificare la morfologia dell’amministrazione. Ci sono persone che vanno incentivate in maniera diversa, magari dando loro nuove mansioni”. Ma sua moglie non le ha detto “tu sei pazzo a candidarti”? “Mia moglie ha capito che avrebbe dovuto rinunciare ad una buona fetta di tempo trascorso con me. Siamo in trattativa per stabilire quanto tempo dedicare a lei ed ai miei figli. Ma mi stanno sostenendo nella maniera più bella possibile”.  (LE FOTO SONO DI SIMONE MARCHESE)

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