Monreale, aliquota Tasi “al massimo”: 3,30 per mille. L’assessore Russo: “Non si pagherà di più”

Redazione

Cronaca

Monreale, aliquota Tasi “al massimo”: 3,30 per mille. L’assessore Russo: “Non si pagherà di più”
Ma l’opposizione insorge: “Massacrati i monrealesi”

18 Gennaio 2016 - 00:00

Con 14 voti a favore ed 11 contrari, il consiglio comunale ha approvato l’aliquota per la Tasi, la nuova Tassa sui servizi indivisibili. Ed ha scelto di applicare l’aliquota massima consentita: 3,30 per mille. Una nuova batosta per le famiglie monrealesi che, il 16 ottobre, dovranno versare l’acconto e saldare tutto entro il 16 dicembre 2014. Il Comune spera di incassare dalla Tasi 350 mila euro. Ma l’approvazione dell’aliquota massima non è andata giù all’opposizione che si è scagliata contro l’amministrazione comunale, accusandola di “mettere ancora una volta le mani in tasca ai cittadini per fare cassa”. Il più polemico è il consigliere Marco Intravaia: "Sono tanti i comuni d'Italia che hanno preferito stabilire al minimo le aliquote, proprio al fine di evitare che i cittadini potessero essere ulteriormente e pesantemente vessati da una eccessiva pressione fiscale. L’attuale amministrazione, invece, ha scelto il massimo degli importi, dimostrando di volere utilizzare la leva fiscale come una clava e immaginando di governare sulla pelle dei cittadini e delle famiglie, mettendo loro le mani nelle tasche a qualunque costo, anche di votare una delibera in odore di illegittimità. "L'alternativa era possibile – continua Marco Intravaia – ,così come dimostrano le varie proposte avanzate dall'opposizione, che ha proposto una serie di emendamenti: il primo, firmato da tutti i consiglieri d'opposizione, Costantini escluso, prevedeva l'azzeramento delle aliquote; gli emendamenti successivi prevedevano un'aliquota dello 0,5 per mille, mentre l'ultimo un'aliquota del 2,5 per mille, il massimo attribuibile per legge. Tutti gli emendamenti sono stati respinti dal consiglio comunale”. “La Legge di stabilità per il 2014, istitutiva della TASI, fissa l'aliquota base nella misura del'1 per mille e una aliquota massima del 2,5 per mille. Successivamente l'art. 1 comma 1 lettera a) del D.L. 16/2014, al fine di assicurare un maggior gettito tributario, ha aggiunto un ulteriore 0,8 per mille che si poteva utilizzare per incrementare l'aliquota massima del 2,5 per mille, prevista per le prime case, portandola al 3,3 per mille oppure lasciare l'aliquota per le prime case al 2,5 per mille e incrementare quella prevista per le seconde case (IMU 10,6 per mille + TASI 0,8 per mille) e per le prime case di categoria A/1, A/8 e A/9 ( IMU 6 per mille + TASI 0,8 per mille) – dice il consigliere di opposizione Giuseppe Romanotto -. Non si poteva certamente utilizzare l'ulteriore aliquota dello 0,8 per mille per aumentare entrambe le cose cosi come era previsto nella delibera. Ho cercato in Consiglio Comunale di far comprendere l'errore presente nella delibera facendo allegare al verbale la circolare del Ministero dell'Economia e delle Finanze del 29 luglio 2014 che chiarisce espressamente come il rispetto dei due limiti incrementati (IMU + TASI; TASI) dovrà essere verificato a tutte le fattispecie oggetto della deliberazione comunale, in modo che gli stessi non vengano superati per nessuna di esse. Purtroppo la maggioranza del Consiglio ha deciso ugualmente di votare la delibera esponendo il Comune ad una class action da parte dei contribuenti che potrebbe polverizzare il gettito tributario previsto”. La replica è affidata all’assessore Sandro Russo: “Ci siamo trovati di fronte ad una tassa nuova per tutti, che ha creato tanti dubbi anche a noi amministratori. Sono state decine le circolari correttive che hanno imposto alcune rettifiche. Ma chi parla di illegittimità della Tasi di Monreale non dice il vero. Noi abbiamo applicato la legge perfettamente. Tant’è che abbiamo inviato al Ministero dell’Economia e Finanze la nostra delibera. Valuteremo eventuali difformità tecniche. Perché abbiamo applicato la maggiorazione dello 0,8?  È stato necessario per consentire le detrazioni a molti nuclei familiari. Il gettito da 350 mila euro è uguale a quello dello scorso anno: non si pagherà di più. Se non avessimo applicato lo 0,8, questo gettito sarebbe stato spalmato su più famiglie. Invece, ci saranno a Monreale nuclei familiari che pagheranno “zero” di Tasi grazie alle detrazioni”.   Ma vediamo nel dettaglio come funzionano le aliquote Tasi. Il ministero delle Finanze ha fornito chiarimenti sull’applicazione della TASI, con particolare riferimento alla maggiorazione dello 0,8 per mille prevista dall’ultima Legge di Stabilità. La TASI, che è a carico del possessore e dell’utilizzatore dell’immobile, assieme alla TARI, costituisce la componente riferita ai servizi dell’Imposta Unica Comunale (IUC). In dettaglio, ciascun Comune può determinare l’aliquota della TASI rispettando in ogni caso il vincolo in base al quale la somma delle aliquote della TASI e dell'IMU per ciascuna tipologia di immobile non sia superiore all'aliquota massima consentita per legge per l'IMU al 31 dicembre 2013, fissata al 10,6 per mille e ad altre minori aliquote, in relazione alle differenti tipologie di immobile. Per il 2014, l'aliquota massima della TASI non può eccedere il 2,5 per mille.  Da ultimo, per assicurare un maggior spazio finanziario alle Amministrazioni locali, nella determinazione delle aliquote TASI possono essere superati i limiti predetti, per un ammontare complessivamente non superiore allo 0,8 per mille, a condizione che siano finanziate, relativamente alle abitazioni principali e alle unità immobiliari ad esse equiparate, detrazioni d'imposta o altre misure, tali da generare effetti sul carico di imposta TASI equivalenti o inferiori a quelli determinatisi con riferimento all’IMU relativamente alla stessa tipologia di immobili. I limiti in questione consistono:  nella somma delle aliquote della TASI e dell'IMU per ciascuna tipologia di immobile (“primo limite”), che non può superare l’aliquota massima consentita dalla legge statale per l’IMU al 31 dicembre 2013, fissata al 10,6 per mille e ad altre minori aliquote, in relazione alle diverse tipologie di immobile. Le altre minori aliquote devono essere riferite al 6 per mille fissato per l’abitazione principale – che è stata esclusa dall’IMU solo a partire dal 2014, ad eccezione delle abitazioni principali classificate nelle categorie catastali A/1, A/8 e A/9 – nonché al 2 per mille relativo ai fabbricati rurali ad uso strumentale. Con riferimento a tali fabbricati, si deve, però, precisare che il limite in questione è in realtà pari all’1 per mille, poiché detti immobili, da un lato sono esclusi dall’IMU, a norma del co. 708 e dall’altro sono assoggettati ad un’aliquota TASI che, ai sensi del comma 678, non può comunque superare l’1 per mille. A questo proposito, si deve aggiungere che la formulazione di quest’ultima norma, la quale prevede che l’aliquota della TASI non possa comunque superare l’1 per mille, porta a concludere che non possa essere neppure applicata la maggiorazione dello 0,8 per mille;  nell’aliquota TASI massima per il 2014 che non può eccedere il 2,5 per mille (“secondo limite”).  Ne deriva che la maggiorazione vada riferita ai due limiti predetti e non debba superare complessivamente la misura dello 0,8 per mille. In altre parole, il Comune può decidere di utilizzare l’intera maggiorazione per aumentare uno dei due limiti o, invece, può distribuire lo 0,8 per mille tra i due limiti.  Nel primo caso, occorre distinguere due ipotesi:    se il Comune utilizza tutta la maggiorazione per aumentare il primo limite e porta, quindi, la somma IMU+TASI a 11,4 per mille per gli altri immobili e a 6,8 per mille l’abitazione principale, non potrà fissare un’aliquota TASI superiore al 2,5 per mille;  se, invece, il Comune utilizza tutta la maggiorazione per aumentare il secondo limite, portando quindi l’aliquota TASI al 3,3 per mille, la somma IMU+TASI non potrà superare il 10,6 per mille per gli altri immobili e il 6 per mille l’abitazione principale.  Nel secondo caso, vale a dire quello in cui il Comune distribuisca la maggiorazione tra i due limiti, si può ipotizzare che lo stesso Comune aumenti:    dello 0,4 per mille, il primo limite del 10,6 per mille, portando quindi la somma IMU+TASI all’11 per mille per gli altri immobili e al 6,4 per mille per l’abitazione principale;  del restante 0,4 per mille il secondo limite del 2,5 per mille, arrivando quindi ad aumentare l’aliquota TASI al massimo al 2,9 per mille. Il rispetto dei due limiti incrementati, come illustrato nei due casi precedenti, andrà verificato con riferimento a tutte le fattispecie oggetto della deliberazione comunale, in modo che gli stessi non vengano superati per nessuna di esse. E per illustrare la portata della disposizione in commento, il Ministero ha ritenuto opportuno formulare con la medesima Circolare n. 2/DF, alcuni esempi basati sull’esame delle deliberazioni pervenute. (Fonte: Fiscopiù – Giuffrè per i Commercialisti)

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