"La buona scuola è quella che non si rassegna a perdere studenti per strada"

Redazione

Cronaca

"La buona scuola è quella che non si rassegna a perdere studenti per strada"
La visita del ministro Giannini a Palermo con una reporter d'eccezione: l'assessore alla pubblica istruzione del comune di Monreale, Nadia Granà

18 Gennaio 2016 - 00:00

Pubblichiamo un articolo scritto dall'assessore alla Pubblica Istruzione del comune di Monreale, Nadia Granà, sulla visita del ministro Giannini alla scuola Regina Margherita di Palermo e la manifestazione "La Repubblica delle Idee". Dallo scorso 8 ottobre è in corso il tour "La Buona Scuola" organizzato dal Miur in collaborazione con gli Uffici scolastici regionali. Sono previste oltre 30 tappe di confronto sul territorio con dibattiti aperti a cui parteciperanno, di volta in volta, il Ministro Stefania Giannini, il Capo di Gabinetto del Miur Alessandro Fusacchia, il Capo della Segreteria tecnica, Francesco Luccisano, i Capi Dipartimento sabrina Bono e Luciano Chiappetta. Ogni volta si parlerà del Rapporto pubblicato lo scorso 3 settembre dal Governo sul sito www.labuonascuola.gov.it. Centinaia di cittadini hanno già partecipato agli eventi degli scorsi giorni di Torino, L’Aquila, Bolzano, Napoli, Catania, Lucca, Prato. Proprio ieri, in mattinata, il ministro Giannini è stato ospite del liceo Regina Margherita di Palermo, per trattare svariati temi inerenti la scuola e la riforma. Nel pomeriggio invece ha preso parte, in seno alla manifestazione promossa dalla Repubblica delle idee, all'incontro dal titolo "se mille giorni bastano". Sul palco del teatro Al Massimo anche Ilvo Diamanti, noto sociologo, politologo e saggista e Maria Pia Valadiano, insegnante di lettere e scrittrice.  Ilvo Diamanti ha sostenuto che si sta realizzando una scuola che ha perso il senso del futuro. Per i giovani che vogliono avere un futuro la sola speranza è andare via. I cervelli circolano, non fuggono, vanno dove hanno opportunità. L'altro problema che lo scrittore, autore insieme a Luigi Ceccarini del libro "la scuola secondo gli italiani", riscontra è legato alla percezione della missione che ha la scuola: la scuola è la prima parte della vita, serve anche ad avere uno sbocco professionale. L'auspicio è che la scuola venga riformata. Una buona scuola è la sola speranza di un buon futuro per il paese. La scuola è un luogo di relazioni e di conoscenza, di costruzione di conoscenza, di risorse sociali.  “Un miliardo di risorse fresche sono state destinate alla scuola dal Consiglio dei ministri. Qualcuno ha parlato di tagli, ma a mia memoria erano anni che non venivano assegnate risorse in più a questo settore – ha aggiunto il ministro – e a questo miliardo se ne aggiungeranno due dalla programmazione economica triennale, per un totale di tre. Inoltre sono in arrivo 148 mila potenziali assunzioni che non sono soltanto una stabilizzazione, e che si uniranno alle quasi 40 mila cattedre del concorso che porterà a complessive 200mila immissioni in ruolo dal primo settembre 2016. Con quello che risparmieremo si potranno mettere in pratica investimenti necessari che finora non sono stati fatti", ha aggiunto il ministro dell'Istruzione. Basta con questa stravagante usanza tutta italiana delle supplenze per un anno – ha aggiunto il ministro – sono un segno di instabilità. Bisogna uscire dai clichè, tagliando i rami secchi si sceglie dove risparmiare e il risparmio è produttivo”. Maria Pia Veladiano, da buona docente sostiene che "La buon scuola non perché essa si contrappone ad una scuola cattiva, ovvero quella che vi è stata sino adesso, ma fino ad ora vi è stata una buona scuola nonostante lo scarso appoggio politico vissuto negli ultimi anni. Le riforme finanziare e la legge 133 del 2008 sono state un esempio di barocco e spagnoleggiante. Che ci sia un documento che parli di scuola è una cosa grandiosa e un passaggio che segna un passo importante verso la riforma. La scuola pubblica è l'unico laboratorio pubblico in cui tutti confluiscono. Servirebbe un'epica della scuola. Quella veicolata  da tv e dalla narrativa è sbagliata ovvero veicolano il messaggio che gli insegnanti sono bravi se sono anche altro: investigatori, spie, cantanti, ballerine… È difficile valutare il merito degli insegnanti ed è importante che ciò non inneschi un meccanismo di conflittualità che non serve a nessuno. Molti la competenza didattica se la fanno in classe e non va bene, negli ultimi anni la formazione è stata messa in atto solo per le scuole primarie. Vi è stato un eccessivo garantismo da parte dei sindacati. Più che il merito, che è difficile da misurare, bisognerebbe che ci fossero procedure limpide e trasparenti che consentano di licenziare chi non fa bene il proprio mestiere. La buona scuola – ha aggiunto in conclusione -, è quella che non si rassegna a perdere studenti per strada”.  Nadia Olga Granà, assessore alla Pubblica istruzione del comune di Monreale

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