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Il difficile dialogo tra cristianità e Islam: se ne parla a Monreale

"Il Dio che noi cerchiamo di servire è un Dio di pace. Il suo santo nome non deve mai essere usato per giustificare l'odio e la violenza”. Sono le prime parole pronunciate da Papa Francesco in occasione dell'incontro interreligioso ed ecumenico che ha avuto luogo a Nairobi appena due giorni fa. Proprio su questo pensiero si muove oggi presso la Chiesa del Sacro Cuore di Monreale sede capitolare dell’Ordine Teutonico, una tavola rotonda sui temi della convivenza degli uomini di fede. Temi trattati sono stati “la chiesa e il dialogo con l’Islam nella prima metà del secolo XIII” e “il dialogo tra le religioni quale via per la pace”. Sono intervenuti il professor Marcello Pacifico, docente di Storia Medievale a Palermo, Monsignor Lucio Sembrano, Officiale presso il Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso e il dottor Abd Al-Rahman Boulaam, Imam della Moschea di Palermo, a moderare il convegno è stato il professore Antonino Longo dell'università di Catania. Emerge forte la necessità di capire, di interrogarsi e dialogare per lasciare spazio alla “alterità” intesa come luogo della dignità umana. Monsignor Sembrano sottolinea quanto si sia affievolito nella cultura occidentale lo spazio di Dio nella vita pubblica e invoca quasi l’entrare in relazione sotto la guida del Vangelo che porta ad una vita migliore. Ancora Bergoglio dalla Capitale Keniota diceva: "Quant'è importante che siamo riconosciuti come profeti di pace, operatori di pace che invitano gli altri a vivere in pace, armonia e rispetto reciproco". E qui a Monreale Monsignor Sembrano, riecheggia queste affermazioni rimandando al "Discorso delle beatitudini”. Il messaggio dell’Imam Abd Al-Rahman Boulaam, invita a un ampio fraterno dialogo, ad aprirsi all’altro nel segno del rispetto perché cercando nei testi religiosi si troverà energia per costruire un mondo migliore che porti ad agire secondo giustizia. Il professor Pacifico ha ricucito reconditi timori e ha sfatato la ieraticità della Chiesa che si scopre sempre più aperta, già dal XIII secolo in poi, al dialogo e alla relazione col mondo islamico citando un carteggio fitto tra Papi e sultani, portando anche ad esempio un San Franceso pellegrino. Anche in questo senso Monreale simbolo di un sincretismo culturale e religioso sembra il luogo idoneo per aprire un dibattito del genere, ma purtroppo, la partecipazione è stata esigua nonostante il tema fosse importante e vitale nel senso di un confronto che sia luogo di “conversione al Bene” e perché la crescita civili sia sempre più diffusa e organica. Noi oggi, nel sottolineare l’evento in questione, ribadiamo che il "confronto con l’Altro” non può essere demandato al sensazionalismo giornalistico, alla notizia che atterrisce e alle grida di quattro politici che speculano sulla disperazione del popolo. Ma vorremmo le tante piazze presenti e civilmente partecipi a un dibattito che ha una duplice valenza: interiore e pubblica.

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