Ennesimo colpo al clan di Matteo Messina Denaro: 16 arresti

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Ennesimo colpo al clan di Matteo Messina Denaro: 16 arresti
Operazione condotta dai Carabinieri del Ros e del comando provinciale di Trapani

18 Gennaio 2016 - 00:00

Nella mattinata odierna, nel quadro della attività di ricerca del latitante Matteo Messina Denaro, il Ros ed il comando provinciale di Trapani hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del tribunale di Palermo, nei confronti di 16 affiliati ai mandamenti di Castelvetrano e Brancaccio, indagati per associazione di tipo mafioso, rapina pluriaggravata, estorsione, sequestro di persona, traffico di sostanze stupefacenti, detenzione, porto illegale di armi ed altri reati aggravati dalle finalità mafiose.  L’intervento, in particolare, costituisce un’ulteriore fase di un’articolata manovra investigativa avviata dai carabinieri nel 2009, che ha già portato all’arresto di 48 esponenti di riferimento del ricercato trapanese e al sequestro di beni per un valore complessivo di 88 milioni di euro (operazioni “campus belli”, “mandamento” “eden”). Le indagini, dirette dal procuratore aggiunto della locale Dda, Teresa Principato, e coordinate dai sostituti procuratori Carlo Marzella e Maurizio Agnello, hanno accertato le ulteriori attività illecite del mandamento mafioso di Castelvetrano,documentando il ruolo di vertice di Francesco Guttadauro, figlio di Filippo e Rosalia Messina Denaro, alla guida della famiglia di Castelvetrano, fino al suo arresto avvenuto nel dicembre 2013. Guttadauro, con l’autorizzazione formale di Matteo Messina Denaro pervenuta anche tramite i noti “pizzini”, ha riorganizzato la struttura criminale attraverso nuove affiliazioni e l’avvio di un pervasivo e rigido controllo del territorio attuato con metodi violenti e intimidatori. in particolare, avvalendosi del cognato Girolamo Bellomo e di un agguerrito gruppo criminale, Buttadauro ha dettato nuove modalità operative incentrate anche sulla consumazione di rapine ed estorsioni nei confronti di operatori economici locali, intimiditi con danneggiamenti, percosse e finanche sequestri di persona.  In tale quadro, le investigazioni hanno accertato il diretto coinvolgimento delle famiglie mafiose di Castelvetrano e Brancaccio di Palermo nella rapina ai danni di un deposito della ditta di spedizioni di Campobello di Mazara rientrante nel patrimonio aziendale della società A.G. trasporti, recentemente sottoposta a sequestro nell’ambito del procedimento di prevenzione nei confronti dell’imprenditore palermitano Cesare Lupo, prestanome dei fratelli Graviano, strettamente legati a Matteo Messina Denaro. L’attività investigativa ha documentato come la decisione di procedere alla rapina fosse, in quell’occasione, determinata dall’esigenza di compensare il danno economico provocato dal sequestro giudiziario e dalla successiva confisca della società. All’interno del sodalizio trapanese, si registrava inoltre la progressiva ascesa di Bellomo che, allo scopo di far confluire nelle casse della famiglia i proventi necessari al sostentamento logistico del latitante e degli affiliati detenuti: ha esercitato pressioni su taluni imprenditori di Castelvetrano, per garantire l’aggiudicazione di commesse per lucrose opere edilizie, a favore di società riconducibili ai Messina Denaro; ha consolidato i legami con esponenti del mandamento di Brancaccio per la gestione di progetti delittuosi comuni, quali rapine ed estorsioni, nel quadro di un generale accordo tra le articolazioni mafiose, pianificato dai capi detenuti e latitanti; ha realizzato un traffico di sostanze stupefacenti dall’Albania (nel cui ambito veniva eseguito un intervento di riscontro con il sequestro di 12 kg. di hashish a Torino), avviando contatti diretti con esponenti dei cartelli colombiani per l’organizzazione di un’importazione di cocaina dal SudAmerica. Il provvedimento restrittivo rappresenta, pertanto, un ulteriore e significativo intervento nel quadro della complessiva manovra disposta dalla procura distrettuale antimafia di Palermo e finalizzata alla cattura di Matteo Messina Denaro, mediante il progressivo depotenziamento dei circuiti criminali e il depauperamento delle risorse economiche del sodalizio.  Soggetti sottoposti alla misura coercitiva della custodia in carcere Battaglia Ruggero, nato il 04/07/1975 a Bruxelles, residente a Palermo; Bellomo Girolamo, nato il 24/04/1977 a Palermo, ivi residente; Cacioppo Rosario, nato il 19/09/1980 a Castelvetrano, ivi residente; Cacioppo Leonardo, nato il 02/10/1976 a Castelvetrano, ivi residente; Fontana Giuseppe, nato il 13/04/1957 a Castelvetrano, ivi residente; Giambalvo Calogero nato il 22/04/1976 a Castelvetrano, ivi residente; Marsiglia Salvatore nato il 03/12/1976 a Palermo, ivi residente; Messina Denaro Fabrizio nato a Castelvetrano il 30/03/1967, ivi residente; Pasini Luciano nato l’ 11/01/1988 a Castelvetrano, ivi residente; Tummarello Vito nato il 22/10/1961 a Castelvetrano, ivi residente; Vitale Salvatore nato il 14/05/1978 a Palermo, ivi residente; Corrao Gaetano nato il 19/05/1973 a Palermo, ivi residente; Carrello Ciro nato a Napoli il 04/12/1988, residente a Bagheria, di fatto domiciliato a Palermo (attualmente detenuto per altra causa in regime di arresti domiciliari), sottoposto con questo provvedimento alla custodia cautelare in carcere; Nicolaci Giuseppe nato il 02/12/1983 a Palermo (attualmente detenuto per altre causa presso casa di reclusione Ucciardone); Tranchida Valerio nato il 25/02/1990 a Mazara del Vallo, residente a Castelvetrano; Circello Salvatore nato il 04/03/1988 a Castelvetrano, ivi residente.  

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