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Corleone, i genitori si separano, bimbo autistico trasferito in Calabria

Se due genitori si separano chi ne piange le conseguenze di solito sono i figli, con tutti i problemi del caso, ma se nello specifico il figlio è autistico la situazione è ancora più grave. È questo il caso di Alessandro, un ragazzo autistico di Corleone, la cui storia prende vita dalla separazione dei genitori e si dipana attraverso innumerevoli litigi, cause, denunce fino ad arrivare alla sentenza definitiva: viene tolta la patria potestà alla madre in favore del padre che vive a Cosenza per permettere che il bambino venga curato in un centro della Calabria. Dopo 8 anni di vita trascorsi sempre con gli stessi adulti di riferimento e ancora di più negli stessi ambienti questo ragazzino verrà trasferito in un luogo totalmente sconosciuto con adulti che non hanno mai vissuto negli ultimi anni con lui, che non conoscono le sue esigenze di persona con autismo. Alessandro verrà indissolubilmente legato a una vicenda che vede contrapposti i suoi genitori e non rispettato come persona con autismo. Contro questa assurda sentenza si battono diverse associazioni di genitori, prime fra tutti il gruppo di facebook: “Io ho una persona con autismo in famiglia” e l'associazione Aurora onlus di Palermo. “A noi della diatriba fra gli adulti coinvolti non interessa nulla – afferma Enrico Maria Fantaguzzi, papà di un ragazzo autistico e amministratore del gruppo su facebook -. Come sempre noi ci concentriamo sul ragazzo, un bambino di 8 anni affetto da una forma ad alto funzionamento di autismo, a cui si vogliono togliere tutti i suoi punti di riferimento”. “Vorremmo evitare – afferma Ivana Calabrese, presidente di Aurora onlus – che un tribunale così importante come quello di Palermo faccia eseguire una sentenza così palesemente lontana dalle esigenze del bambino con autismo. Permetteteci di poter difendere Alessandro dalla giustizia fatta da uomini che appartengono ad un altro mondo rispetto al suo, aiutateci a non spostare quel ragazzo dalle sue certezze”. Questo è quello che chiedono più di 600 genitori di ragazzi con autismo, che nei giorni scorsi hanno firmato un documento pubblicato sul gruppo facebook: http://www.facebook.com/groups/iohounapersonaconautismoinfamiglia/ LA REPLICA DEL LEGALE DEL PADRE Gentile redazione, Vi scrivo in replica a quanto da voi pubblicato in merito al bambino autistico di Corleone, nq di legale del padre del minore di cui sopra. Mi duole significarvi che le notizie da voi fornite non sono veritiere, risultando da informazioni incomplete e falsate fornite esclusivamente dalla madre del minore,che purtroppo nulla ha compreso della valenza dei provvedimenti della Autorità Giudiziaria e della istruttoria compiuta,nonché delle relazioni rese dai servizi Alla base del giudizio che vede coinvolto il minore, non vi è (né vi è mai stata) una mera ed inutile “diatriba” relativa alla separazione dei genitori che si contendono il figlio, i relativi tempi di permanenza presso ciascun genitore, né il luogo ove questi debba vivere, né tantomeno i profili economici.  A fondamento del decreto del Tribunale Minori Palermo, (non sentenza Tribunale ordinario) confermato dalla Corte di Appello Sezione minori, è posto l'appurato comportamento omissivo/ostativo della madre, che ha generato la mancanza di cure appropriate alla patologia grave di cui il piccolo è affetto e che impone cure intensive finalizzate a facilitare il suo recupero, al fine di consentirgli una vita serena e quanto più possibile autonoma. Altro punto cruciale della vicenda è il totale azzeramento della figura paterna nella vita del minore, da parte della madre che mai ha provveduto, in adempimento alla legge sull'affido condiviso, a informare il padre sulle scelte di vita del minore,nonché a chiedere il suo consenso. Così come molti professionisti si sono prestati illegittimamente a compiere visite e terapie senza acquisire il consenso paterno, così come per la iscrizione scolastica. Il Tribunale per i Minorenni ha emesso, nelle more di un procedimento iniziato nel 2011, numerosi provvedimenti (…). Alla madre è stata nel febbraio 2012 contestata la potestà genitoriale. Dal 2011 sono state date numerose possibilità di recuperare, e di adempiere a quanto disposto dalla Autorità Giudiziaria. Possibilità mai colta dalla madre che ha ignorato gli aiuti forniti dai servizi,e dai magistrati. Sin dal febbraio 2014 si é tentato di mettere in esecuzione il provvedimento in modo graduale, grazie all'intervento richiesto del servizio sociale, ma l'ostruzionismo materno ha reso ogni tentativo infruttuoso. Il Centro XXX di Reggio Calabria, indicato dal Tribunale dei Minori, è confermato dalla Corte di Appello, è stato scelto su indicazione di specialisti del Tribunale dei minori. Le terapie domiciliari che il piccolo deve svolgere a Cosenza, su precipua indicazione del Tribunale si concretizzano in interventi scolastici dalle 9 alle 13 oltre un intervento pomeridiano e lo svolgimento di attività sportiva, sempre con l’ausilio del personale del centro. Non sono dunque semplici attività riabilitative Negli anni, mai sono state eseguite terapie regolari e costanti presso centri specializzati, fatta eccezione dal gennaio al giugno 2012 data in cui la madre ha inserito il piccolo presso un centro di recupero (ma non specializzato per la terapia autistica) all’insaputa del padre e delle Autorità. La madre mai ha ottemperato a qualsivoglia norma o provvedimento della Autorità giudiziaria e ancor di meno consigli e prescrizioni fornite da medici specialistici.  Se il padre e la famiglia di origine del padre, sino ad oggi, non hanno avuto la possibilità di essere un punto di riferimento del minore, se gli stessi non conoscono le esigenze del minore, tutto ciò non è imputabile certamente al padre, ma solo ed esclusivamente al comportamento illegittimo, ostativo ed omissivo della madre che ha sempre agito in dispregio di ogni norma e provvedimento. (…). Avvocato Lorena Geraci LA REPLICA DI IVANA CALABRESE, PRESIDENTE AURORA ONLUS   A chiarimento di qualsiasi dubbio, fraintendimento o errata interpretazione sulla vicenda del bimbo autistico di Corleone e sul comunicato uscito qualche giorno fa, tengo a precisare che lo stesso è stato fatto solo ed esclusivamente a difesa e protezione del ragazzo. Prima di aiutare i genitori, bisogna infatti cercare il bene di questi ragazzi. Mi spiace apprendere che non si provi a cercare una mediazione e rendere lo spostamento meno traumatico; mi rendo disponibile a parlare con la mamma del piccolo per convincerla ed aiutarla, se è il caso, a rispettare la sentenza trovando di concerto con il padre un modo corretto e meno doloroso possibile.

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