Castellammare, Ipab opera Pia, il Comune: “Garantiremo i lavoratori”

Annalisa Ferrante

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Castellammare, Ipab opera Pia, il Comune: “Garantiremo i lavoratori”
Senza stipendio da 50 mesi, ma l´amministrazione approva un ordine del giorno: "Ricollocazione del personale"

18 Gennaio 2016 - 00:00

Consiglio comunale per discutere della vicenda dell’Ipab “Opera Pia Istituto Regina Elena e Vittorio Emanuele II”. Gli operatori non ricevono lo stipendio da oltre 50 mesi; ora la Regione, che non ha mai regolarizzato la posizione delle Ipab, ha deciso di sopprimerle. Il consiglio comunale castellammarese presieduto da Domenico Bucca, così come l’amministrazione guidata dal sindaco Nicolò Coppola, ha espresso solidarietà agli operatori dell’Ipab che, dopo oltre ben 4 anni in attesa di ricevere gli stipendi, adesso dovrebbero essere mandati a casa. Il consiglio comunale ha approvato all’unanimità un ordine del giorno presentato dai consiglieri d’opposizione Angelo Palmeri e Giuseppe Fausto (Pdl), che impegna l’Amministrazione “a chiudere accordi per la ricollocazione del personale e garantire il mantenimento dei livelli occupazionali attualmente esistenti”. Mobilità del personale, dunque, ma anche la vendita dei beni dell’ipab “di valore certamente superiore all’entità del credito vantato dall’Inps, che potrebbero risollevare le condizioni economiche dell’Ipab, consentendo il pagamento degli stipendi dovuti ai dipendenti”. Solo dopo, in base all’ordine del giorno dell’opposizione approvato dalla maggioranza, si potrà passare all’estinzione dell’Ipab. Il consiglio comunale ha approvato anche un emendamento proposto da un altro consigliere sempre d’opposizione, Giacomo Asaro (CastellammareSi) per esprimere “parere sfavorevole alla estinzione dell'Ipab”. “Con questa delibera così modificata si fa presente alla Regione che il problema non si risolve con una semplice estinzione dell'ente -affermano gli esponenti dell’opposizione – e che la stessa Regione con i propri poteri ha il diritto/dovere di legiferare per il riordino delle Ipab permettendo ai Comuni di salvaguardare gli operatori”.

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