Rosario Lo Cicero

Sport

18 Gennaio 2016 - 00:00

L’'11 agosto del 1953, moriva nella sua Mantova, Tazio Nuvolari, classe 1892. Il fisico era già provato, ma a dargli il colpo di grazia fu un ictus. I suoi polmoni, a causa delle tante sigarette fumate e dai tanti vapori di benzina inalati nel corso della lunga carriera, erano ridotti veramente male ed a nulla valsero le cure all'epoca conosciute. Nuvolari aveva svolto il servizio militare durante la prima Guerra Mondiale, con la mansione di "aiutiere". Finito il devastante conflitto bellico, aveva iniziato a gareggiare con le moto, attività che proseguì sino alle metà degli anni '20. Poi si avvicinò alle auto ed alternò le gare su quattro ruote a quelle su due ruote, sino alla vittoria ottenuta, al volante dell'Alfa Romeo, alla Mille Miglia del 1930. Il patron dell'Alfa, era allora, il futuro fondatore della Scuderia più famosa del mondo: Enzo Ferrari. In quell'edizione della mitica corsa, Tazio fu autore di un memorabile sorpasso, a fari spenti nella notte, ai danni dell'altro mito dell'Automobilismo italiano, Achille Varzi, noto nel mondo come "il Signore di Galliate". Nuvolari, subito soprannominato "nivola", corre in ogni condizione e non bastano, a fermarlo, le fratture susseguenti agli immancabili incidenti. Vince la Coppa Vanderbilt; due volte la Targa Florio, oggi cancellata per volere dell'ARS che ha rifiutato il contributo di 90mila euro necessario al suo svolgimento; vince con Maserati, Alfa Romeo e con la tedesca Auto Union, casa automobilistica finanziata dal Furer Adolf Hitler. Nuvolari sopravvive anche al secondo conflitto bellico e torna in gara, su auto pericolose, dai pneumatici stretti, senza freni a disco e facili a prender fuoco, ma lui, poco meno di 160 centimetri di muscoli, sembra volare e doma come nessun altro allora sapeva, la potenza del motore e le carenze tecniche delle vetture, con spericolata maestria. Indossa quasi sempre un maglione giallo con le iniziali "TN" sovrapposte, stampate in nero. Ormai stanco e ammalato, si butta, anima e corpo, nel progetto Cisitalia-Abarth. Si sobbarca estenuanti collaudi e prende il via nel "Giro Automobilistico di Sicilia" del 1950, al volante dell'argentea Cisitalia-Abarth 204. In effetti fu una patetica farsa. Il pilota, in verità, non era nelle condizioni di affrontare la lunga e massacrante gara, ma Vincenzo Florio, patron del "Giro" e della "Targa Florio", lo volle a tutti i costi alla partenza per riconoscergli l'ingaggio e per avvalersi  del suo nome prestigioso che fece da richiamo per Giornali e Sponsor. Nuvolari si ferma ancora in Sicilia e lì il "canto del cigno": il 10 aprile 1950, prende il via, sempre al volante della Cisitalia – Abarth 204, alla classica cronoscalata Palermo – Montepellegrino. Si classifica al 1° posto della classe 1100cc e al 5° posto assoluto della classifica generale. Fu la sua ultima gara e la sua ultima apparizione ufficiale. Resta vivo il mito che vive oggi nel Museo di Mantova a lui intestato. (Nella foto dell’archivio Rosario Lo Cicero: Palermo 2 aprile 1950, Teatro Politeama, sede CSAS (Commissione Sportiva Automobilistica Siciliana). Tazio Nuvolari, al centro della foto; con il pilota Francesco Faraco; Raimondo Lanza di Trabia seduto di spalle; il Barone – pilota Stefano La Motta; il corrispondente del Giornale di Sicilia Giuseppe Gargotta con gli occhiali ed uno dei fratelli Bornigia noti piloti.

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