Annalisa Ferrante

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18 Gennaio 2016 - 00:00

Numeri. È quel che resta delle vittime del naufragio di Lampedusa, che hanno raggiunto ieri il cimitero di Castellammare. Sulle bare che continuano ad arrivare al camposanto (sette in mattinata, altrettante nel pomeriggio) solo un numero ad indicare una vita finita. Ne arriveranno trenta, come da disponibilità del sindaco Nicolò Coppola. Dei sette eritrei arrivati stamattina, solo una delle bare ha l’indicazione con un volto ed un nome: è quello di un bel giovane di 29 anni. Amanel Habteslase Halibmentel Karen c’è scritto nella foto a colori, stampata al computer da qualcuno che ha identificato il suo corpo. Poi ha messo sulla bara la sua immagine, la sua data di nascita, la sua data di morte. Un familiare, un amico, qualcuno che lo ha amato certamente. Perché sulla sua bara c’è anche un mazzolino di fiori rinsecchito, attaccato con lo scotch per non perdersi nel trasporto verso la sua ultima meta. Più in alto, con lo stesso scotch, il santino di una Madonna. Nella disgrazia, nella tragedia della sua vita, Amanel Halibmentel è il più fortunato di questi compagni arrivati oggi a Castellammare: ha la sua foto e il suo mazzolino di fiori secco. Gli altri rimangono numeri che vengono indicati anche nel campo comune dove poco dopo sono tumulati per motivi di igiene pubblica. Sono morti il 3 ottobre e l’odore che emanano le bare, nonostante sigillate, indica che quei corpi senza vita non possono più rimanere all’aria aperta. Hanno raggiunto Castellammare dal corno d'Africa, regione tra le più povere al mondo ed instabili politicamente, dopo una disgraziata vita ed una disgraziata fine. Qualcuno piange per loro a grande distanza. Venerdì mattina alle 10, quando al cimitero saranno arrivate tutte le salme, il sindaco Coppola ha previsto una cerimonia curata da un Imam, la guida spirituale dei musulmani. Un gesto di solidarietà, come lo ha definito lo stesso sindaco Coppola, un esempio di accoglienza per chi non ha avuto accoglienza. Volontà resa possibile anche perché, come spiega il dirigente dell’ufficio tecnico Simone Cusumano “grazie al progetto di ristrutturazione del cimitero avviato da qualche tempo, i campi di inumazione sono tutti liberi. Sono in costruzione un migliaio di loculi totali ed a breve non ci saranno più salme a deposito dei nostri concittadini. Per questo è stato possibile offrire una degna sepoltura a questi nostri sfortunati fratelli. Forse qualcuno dei parenti verrà a trovarli”. 

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