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Oliver Sacks ed il suo insegnamento: “La scienza non esclude la bellezza”

In cosa continua ad esistere il genio, l’intelletto, l’animo di una persona che alla fine del suo ciclo vitale e terreno si spegne?

Il problema di lasciare una reale eredità è stato per me sempre cruciale nell’affrontare tutta la vita e sostengo che si “vive per una idea”, affermando in tal modo il principio primo di un lascito ideale e non costituito da beni materiali effimeri. Raccolgo queste considerazioni per accostarmi ad una mancanza nel mondo della cultura, non umanamente tragica, ma annunciata e opportunamente slegata dalla vicenda personale seppur molto sentita e per la quale si parla universalmente di perdita. Mi riferisco alla morte di Oliver Sacks conosciuto da molti per aver dato spunto ad un famoso film “Risvegli” tratto da un suo libro.

Ne parlo perché personalmente ho letto l’intera produzione letteraria e ho apprezzato lo stile espresso da questo celebre neurologo. Pertanto oggi vedere quei libri nello scaffale sono come ammirare un santuario, una cattedrale senza mura. Sacks nella summa dei suoi lavori ha lasciato una Idea, un concetto trasversale: la scienza non esclude la bellezza, l’arte, o la poesia perché li intendeva come aspetti complementari della mente umana. In una stessa pagina era in grado di far scoprire un dato scientifico e sposare la riflessione prettamente umana e personale, nel conciliare il “particolare” del caso clinico con il “generale” della scienza.

Una abilità tipica di altri autori-scienziati e premi Nobel come Francis Crick o Roald Hoffmann che sostiene infatti che “L’arte è in gran parte un’attività di scoperta: scoperta delle verità profonde che sono intorno a noi, che spesso si sovrappongono, ma più spesso travalicano l’insieme dei problemi che la scienza si è proposta di tentare di capire”.

Oliver Sacks aveva la capacità di catturare il lettore nell’approccio a ciò che era la sua passione e cioè lo studio della mente e delle sue distorsioni, inoltre lo stile chiaro diretto e paradigmatico portava la scienza ad un pubblico ampio, generico, non specializzato e senza uno specifico background, ma desideroso di godere di un aspetto bello della attività umana. Sacks neurologo era un personaggio di indiscussa importanza e valenza scientifica in grado sempre di esprimere la dote artistica che gli permetteva di arrivare, con le sue affabulazioni, al cuore della gente.

Edificare nel tempo è un lavoro duro e non basta vivere di ricordi, il lavoro dell’uomo Sacks è concreto e sapiente e lascia una cattedrale densa di ricordi, di sensazioni che nella quieta attività costante e certosina della ricerca afferma che il pensiero e la mente sono universi meravigliosi e che dobbiamo prenderci il tempo e la coscienza per costruire la nostra eredità.

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