Cronaca

Monreale, “guerra” tra l’UNA ed il Comune per l’Acetilene: “Restituiamo le chiavi”

La “guerra” tra l’associazione Una del presidente Giuseppe Lo Vecchio ed il Comune è appena cominciata. La cessione a titolo gratuito dei locali dell’Acetilene, infatti, era stata accolta dalla stessa associazione con particolare scetticismo. Erano state molte le rassicurazioni sul caso, ma leggendo l’ordinanza del sindaco Di Matteo, il presidente Lo Vecchio è andato su tutte le furie: “Qui qualcuno ci prende in giro – dice -. Siamo pronti a restituire le chiavi”. Infatti, l’associazione, aveva chiesto al Comune l’utilizzo dell’Acetilene, sostenendone la bonifica e la manutenzione ordinaria, mettendo a disposizione solo l’attività di volontariato per la gestione degli animali da affezione. “Qui le cose per il Comune stanno in maniera diversa – dice Lo Vecchio -. Lo stato dei luoghi è stato ampiamente documentato dalla vostra redazione. Qui non c’è da fare manutenzione ordinaria. Inoltre, nell’ordinanza, il sindaco pone a carico della nostra associazione, tutti i compiti ed obblighi spettanti all’amministrazione comunale stessa, sorvolando sulle notevoli spese di manutenzione straordinaria di cui la struttura ha bisogno per essere considerata a norma per l’uso, che è possibile affrontare con i soldi pubblici che dovrebbero essere già presenti in cassa”. Il nodo, infatti, è sempre relativo a questi 105 mila euro (soldi ministeriali e della Regione) che sono stati girati al comune con destinazione d’uso per la creazione di una struttura ad hoc per sterilizzazioni e microchippatura dei cani randagi. “In questa situazione, per noi l’ordinanza sindacale con la quale il sindaco ci affidava i locali appare superata – dice Lo Vecchio -. Inoltre il Comune non ha nemmeno provveduto allo sgombero dei materiali che si trovano lì dentro: pezzi pregiati della fontana del Drago, letti e divani su cui si sentono strane leggende”. Una di queste, come racconta lo stesso Lo Vecchio, infatti, parlerebbe di una serie di incontri “ a luci rosse”, proprio all’interno dell’Acetilene. “Verità? Bugia? – dice Lo Vecchio -. Non lo sapremo mai, anche se quando abbiamo preso possesso dei locali un dipendente comunale è venuto a recuperare in fretta e furia un borsone. Non so cosa ci fosse dentro”. Per l’Una, dunque, capitolo chiuso per quanto riguarda l’Acetilene: “Facile scaricare su di noi 20 anni di malagestione del problema dei randagi con la parola “a costo zero” – conclude Lo Vecchio -. Qui, però, nessuno ha ancora chiara una cosa: si tratta di esseri viventi che non possono essere trattati come rifiuti. Anche se sarebbe meglio: visto che per i rifiuti vengono stanziati decine e decine di milioni di euro“.

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